La minaccia: Stati Uniti, Regno Unito, Francia promettono di punire la Siria se usa armi chimiche a Idlib
L'offensiva organizzata dall'esercito siriano per liberare la provincia siriana di Idlib, in mano a gruppi terroristici, è ancora in preparazione ma il terzetto USA, Gran Bretagna e Francia, minacciano attacchi nel caso di uso di armi chimiche.
Gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna hanno promesso di rispondere all'utilizzo di armi chimiche da parte del presidente siriano Bashar al-Assad in vista dell'operazione per liberare la provincia di Idlib, controllata dai gruppi terroristici.
"Come membri permanenti del Consiglio di sicurezza, riaffermiamo la nostra comune volontà di prevenire l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano e di ritenerle responsabili di tali usi", hanno dichiarato le tre potenze militari in una dichiarazione congiunta.
"Come abbiamo dimostrato, risponderemo appropriatamente a qualsiasi ulteriore uso di armi chimiche da parte del regime siriano, che ha avuto conseguenze umanitarie così devastanti per la popolazione siriana", hanno dichiarato i tre paesi.
Gli Stati Uniti e la Russia hanno negoziato un accordo del 2013 per smantellare il programma di armi chimiche della Siria in seguito alle minacce statunitensi di azioni militari in risposta all'attacco Ghouta.
Lo scorso aprile, per un presunto attacco con armi chimiche gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna, senza aspettare esiti di indagini imparziali, lanciarono missili cruise su una base aerea siriana, sollevando preoccupazioni per un conflitto diretto con l'alleato del paese arabo, la Russia.
Lo scorso 6 luglio, l'OPCW, l'organizzazione per la proibizione per le armi chimiche, in un comunicato, riferì che nessuna traccia di agenti nervini era sta trovata dove lo scorso aprile avvenne un presunto attacco chimico nella città siriana di Douma, Ghouta orientale, Damasco. Tuttavia, nella nota si è evidenziato che sul sito dell'attacco sono state trovate tracce di cloro. Depositi di questa sostanza sono stati più volte ritrovate dalle forze russe e siriane quando hanno liberato le città in mano ai "ribelli" e gruppi jihadisti.