La nuova fake bellica: "A 17 anni spiano l'Europol per conto di Mosca"

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La nuova fake bellica: "A 17 anni spiano l'Europol per conto di Mosca"

 

Ma davvero, come stanno sbandierando tutti i media main stream, due 17enni olandesi, irretiti da un hacker russo trovato su Telegram, sono andati piazzare dispositivi per intercettare le reti WiFi di Europol, Eurojust e dell’ambasciata canadese all’Aia?

Fonte della “notizia”, senza uno straccio di prova, il quotidiano guerrafondaio olandese “De Telegraaf” e che, per di più in, questi giorni, nella sua home page ci delizia con un’altra avvincente storia: quella della “bambina ucraina liberata da Gaza dopo essere stata tenuta prigioniera per 12 anni dal padre palestinese”. Circostanza che avrebbe dovuto suscitare qualche cautela nel riprendere le “notizie” pubblicate da questo giornale, emulo di Lercio.

Anche quel poco finora pubblicato da De Telegraaf sui “fatti” avrebbe richiesto una qualche cautela nel rilanciare la notizia. Intanto, perché mai i Russi, invece di farlo da soli, si vanno a cercare, proprio su Telegram (social considerato da anni “filorusso” e per questo ultra sorvegliato da tutte le intelligence occidentali) due sfessati ai quali consegnano preziosi apparecchi (presumibilmente segreti) di intercettazione wifi poco prima che uno dei due vada a piangere dal padre rivelandogli di essere al soldo dei Russi? Ma poi, vogliamo credere che le reti wifi di agenzie come la superpolizia europea, Europol o Eurojust, permettano al primo che passa di carpire segreti bramati da potentissime organizzazioni criminali? Al momento non è stata esibita nessuna prova dell’accaduto e le autorità olandesi si rifiutano di fornire ulteriori dettagli sulla vicenda “in considerazione dell'età dei due indagati”; i quali, finora, se la sono cavata abbastanza bene considerando che uno resterà in custodia per 14 giorni mentre l'altro sta già agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Sì, ma perché i giornali si espongono al ridicolo diffondendo una fake così sbracata?

È già successo per l’attacco ai GPS dell’aereo della von der Leyen: una bufala che si sapeva già sarebbe durata un paio di giorni ma che, decretando la necessità del bombardamento di una antenna radio russa a Kaliningrad, accusata di avere già sabotato il GPS di innumerevoli voli di linea, sedimentava la necessità di una guerra contro la Russia.

Stessa abile strategia mediatica dietro la bufala olandese. Qui non è la notizia, ma il contesto nel quale la si situa: due poveri, innocenti, ragazzi, plagiati dal putiniano Telegram e trasformati in agenti di Mosca. Ce n’è abbastanza per far scendere tanti padri di famiglia in piazza e invocare, se non subito la guerra, almeno il riarmo.

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