La presenza di truppe USA in Siria per "proteggere" i pozzi petroliferi diventa una questione legale difficile da risolvere per Trump
Il presidente Donald Trump ha approvato una missione militare allargata per garantire il controllo di giacimenti petroliferi in tutta la Siria orientale. Le questione solleva una serie di difficili quesiti legali sul fatto che le truppe statunitensi possano o meno lanciare attacchi contro siriani, russi nel caso volessero riprendere il controllo dei pozzi petroliferi, hanno spiegato funzionari statunitensi
Come riferisce l'Associated Press, "la decisione, presa dopo un incontro tra Trump e i suoi comandanti della difesa, blocca centinaia di truppe statunitensi in una presenza più complicata in Siria, nonostante la decisione del presidente di far uscire l'America dalla guerra. In base al nuovo piano, le truppe avrebbero progettato di restare in una vasta fascia di terra controllata dai combattenti curdi siriani che si estende per circa 90 miglia (150 chilometri) da Deir el-Zour ad al-Hassakeh, ma le sue dimensioni esatte sono ancora determinate."
Questa decisione, comunque, secondo l'AP, "costringe anche gli avvocati del Pentagono a elaborare ordini per le truppe che potrebbero vederli sparare contro il governo siriano o i combattenti russi che cercano di riprendere le strutture petrolifere che si trovano all'interno della nazione sovrana della Siria."
Il senatore Tim Kaine, un democratico della Virginia, ha definito la missione sbagliata: "Rischiare la vita delle nostre truppe per proteggere le piattaforme petrolifere nella Siria orientale non è solo sconsiderato, non è legalmente autorizzato", ha spiegato Kaine all'Associated Press. "Il presidente Trump ha tradito i nostri alleati curdi che hanno combattuto a fianco dei soldati americani nella lotta per assicurarsi un futuro senza ISIS - e invece ha spostato le nostre truppe per proteggere le piattaforme petrolifere".