La riconciliazione nazionale tra curdi e Ankara era cosa fatta. Poi è iniziata la guerra siriana...

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PICCOLE NOTE


Sul sito Al monitor dell’11 novembreAli Bayramoglu ripercorre i rapporti tra Recep Tayyp Erdogan e i curdi, minoranza tuttora fatta segno della repressione di Ankara.

 

Testimone diretto dei fatti, dal momento che Bayramoglu era parte dei negoziati tra curdi e turchi, egli ripercorre le trattative, spiegando che Erdogan all’inizio era seriamente intenzionato a una riconciliazione nazionale, anzi l’ha perseguita in vari modi, trovando risposte più che concilianti nella parte avversa.

 

Insomma, sembrava fatta, ma poi, racconta Bayramoglu, tutto è precipitato con l’inizio della guerra siriana, la quale «ha aperto la strada alla nascita di uno Stato curdo al confine con la Turchia nel nord della Siria, area strettamente legata con i curdi della Turchia sul piano sociale e politicamente con il Pkk», il partito comunista curdo.

 

«Nei curdi ciò ha alimentato ulteriori aspettative e ha cambiato la strategia del movimento, in quanto il conflitto ha aperto loro la possibilità di affermarsi nel nord della Siria. Nel tempo, i curdi sono diventati anche partner locali della coalizione internazionale creata contro lo Stato islamico, il che ha offerto loro l’opportunità di ottenere legittimità [alle proprie aspirazioni ndr.]. Di conseguenza, la realizzazione di un corridoio curdo lungo il confine con la Turchia per essi è diventato strategicamente altrettanto, se non più, importante della questione curda in Turchia».

 

Da qui la paura di Ankara, che ha visto nella realizzazione di questo progetto una minaccia alla stabilità dello Stato e alla sua integrità territoriale. E la repressione conseguente.

 

Nota a margine. Analisi che offre una prospettiva diversa sul processo di riconciliazione turco-curdo, del cui fallimento è stato accusato il solo Erdogan (che pure ha le sue gravi responsabilità). E che fa intravedere un’altra conseguenza della tragedia in cui è stata precipitata la Siria.

 

Una guerra che, oltre causare immani sofferenze al popolo siriano, ha portato sconvolgimenti in tutto il mondo, basti pensare al dilagare terrorismo internazionale.

 

En passant val la pena ricordare che la Clinton è stata una dei maggiori artefici di questo conflitto e uno dei pervicaci sponsor della sua prosecuzione.


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