La Turchia bombarda la Siria per il quarto giorno consecutivo (nel silenzio dei media)
500 soldati del Free Syrian Army sono entrate nel territorio siriano "per fermare l'avanzata dello YPG"
La Turchia ha bombardato la Siria per il quarto giorno consecutivo con la scusa-pretesto di dover stanare i ribelli curdi protetti dal YPG. “Circa 150 terroristi sono stati uccisi”, scrive l'agenzia del regime di Ankara Yeni Safak.
Con l'esercito siriano, supportato da Russia e Iran, che si appresta a liberare Aleppo e tagliare le linee di rifornimento dei terroristi con la Turchia, i curdi consolidano la loro posizione nel nord del paese. Si tratta del peggior scenario possibile per Ankara, con il presidente Erdogan che non distingue più tra PKK (gruppo terrorista anche per gli USA) e YPG (supportato apertamente dagli Usa). La Turchia ha paura che il YPG sia a breve, effettivamente, in grado di costruire l'embrione statale al confine.
Ci sono tutte le ragioni per sospettare che la Turchia non solo continuerà nel bombardamento di Azaz, ma inizierà un'invasione della Siria. Motivo ufficiale: "per combattere ISIS".
Martedì abbiamo sommato diverse indicazioni da questo punto di vista, che dimotrano come un'escalation in Siria sia ormai imminente con Ankara disposta a partecipare “definitivamente” in un'operazione di terra. “Non è possibile finire la guerra senza”, ha dichiarato un funzionario turco a Bloomberg, parlando in condizioni di anonimato.
Scrive correttamente Zero Hedge come la logica sia sempre la stessa, la stessa che la Francia ha utilizzato per bombardare la Siria per frenare il flusso di rifugiati. Flusso che è aumentato dall'inizio delle operazioni francese. “E' impossibile finire la guerra in Siria senza una nuova guerra in Siria”. Chiaro no?
Il funzionario turco ha anche escluso un'operazione unilaterale turco-saudita, anche se l'agenzia del regime di Ankara Yeni Safak scrive che la Turchia è pronta ad entrare dentro 10km di territorio siriano per stabile una “zona di sicurezza”.
La scusa: bloccare il flusso di migranti. Ma, prosegue Zero Hedge, per quanto non sia possibile stabilire il livello di rispetto dei diritti umani da parte del YPG, non sono certo l'Isis o al-Nusra. Perché i civili scappino a centinaia di migliaia non è chiaro, prosegue Zero Hedge, ma sembra evidente che Ankara stia cercando il pretesto per ricreare un collegamento per rifornire al-Nusra e altri ribelli sunniti. Collegamenti tagliati dall'avanzata dell'esercito siriano, con il supporto della Russia e Iran. Il piano “safe zone” turco - che assomiglia all'assurdo “ISIS-free” zone dello scorso agosto – richiede il supporto degli USA.
Yeni Safak scrive poi che 500 soldati del Free Syrian Army sono entrate nel territorio siriano "per fermare l'avanzata dello YPG" e “difendere la città di Azaz sotto assedio dei curdi”.
Se il collegamento con i ribelli viene tagliato, scrive, “Assad, con il sostegno di Iran e Russia, otterrà il potere di controllare l'intero confine turco-siriano”
Quello che emerge è che i turchi sono preoccupati, al livello della disperazione frenetica. Lunedì YPG ha preso il controllo di Tal Rifaat, una città tra Aleppo e Azaz. Se la Turchia vuole arrestare l'avanzata deve inviare truppe o F-16, altrimenti diventa inevitabile data la presenza nel paese dei S-400S russi.
Quello che dovrebbe essere chiaro da ora che l'escalation in Siria è iniziato. E il tutto perché chiuso il "corridoio di Azaz", Ankara deve rifornire i ribelli sunniti (anche elementi di Al-Nusra). Come ha dichiarato il primo ministro russo Medvedev recentemente "sono tutti banditi." Sì, conclude Zero Hedge, banditismo dilagante, facilitato dai turchi.