Lavrov accusa l'Occidente: "Sostiene il nazismo in Ucraina e riscrive la storia"
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha accusato l'Occidente di seguire la sua "tradizionale linea di indebolire i rivali", riferendosi alla crescente militarizzazione dell'Unione Europea nel conflitto ucraino. In un'intervista pubblicata sul sito del ministero, Lavrov ha ricordato come l'Europa abbia dominato il mondo per circa 500 anni, sottolineando che "quasi tutte le tragedie umane fino alla Seconda Guerra Mondiale sono state scatenate dagli europei".
Oggi, ha affermato, "quasi tutto l'Occidente europeo si è armato" per sostenere il "regime nazista" di Volodymyr Zelensky, paragonando la situazione all'epoca di Hitler, con simboli neonazisti presenti tra le fila ucraine. Lavrov ha anche denunciato una "riabilitazione del nazismo" nelle posizioni occidentali, evidenziando il rifiuto delle risoluzioni russe all'ONU contro la minimizzazione dei crimini nazisti.
Inoltre, ha criticato la riscrittura della storia che equipara i criminali nazisti condannati a Norimberga con i liberatori dell'Armata Rossa, tendenza diffusa nei Paesi baltici e in Polonia. Come esempio, ha citato l'esclusione della Russia dalle cerimonie ad Auschwitz, nonostante sia stata l'Armata Rossa a liberare il campo.
Infine, Lavrov ha espresso preoccupazione per il comportamento del Segretario Generale dell'ONU António Guterres, che durante le commemorazioni non ha menzionato il ruolo sovietico, definendolo parte di una "triste tendenza" revisionista.