L’Europa, “vecchio” continente colonialista, sta decadendo. E le elezioni europee ne sono la dimostrazione!

L’Europa, “vecchio” continente colonialista, sta decadendo. E le elezioni europee ne sono la dimostrazione!

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di Andre Vltchek New Eastern Outlook 

Traduzione di Alessandro Lattanzio per Aurorasito


L’Europa, “vecchio” continente colonialista, sta decadendo e in alcuni punti addirittura collassa. Sa come peggiorano le cose. Ma non pensa mai che sia colpa sua. Anche il Nord America sta decadendo, ma lì le persone non sono nemmeno abituate a fare confronti. Loro “sentono solo che le cose non vanno bene”. Se tutto il resto fallisce, cercano semplicemente di ottenere un secondo o terzo lavoro e sopravvivere in qualche modo.

Su entrambe le sponde dell’Atlantico, l’establishment è in preda al panico. Il loro mondo è in crisi e le “crisi” ci sono soprattutto perché diversi grandi Paesi, tra cui Cina, Russia, Iran, ma anche Sud Africa, Turchia, Venezuela, Corea democratica e Filippine, si rifiutano apertamente di seguire la sceneggiatura tracciata a Washington, Londra e Parigi. In queste nazioni non c’è improvvisamente voglia di sacrificare la propria gente sull’altare del benessere dei cittadini occidentali. Diversi Paesi, tra cui Venezuela e Siria, sono persino disposti a combattere per l’indipendenza.

Nonostante insani e sadici embarghi e sanzioni impostigli dall’occidente; Cina, Russia e Iran fioriscono in molti campi molto meglio di Europa e Nord America. Se sono davvero spinti oltre, Cina, Russia e alleati uniti potrebbero facilmente rovinare l’economia degli Stati Uniti; un’economia costruita sull’argilla e un debito inesigibile. E anche diventa chiaro che militarmente, il Pentagono non potrebbe mai sconfiggere Pechino, Mosca e neanche Teheran. Dopo aver terrorizzato il mondo per secoli, l’occidente è quasi finito: moralmente, economicamente, socialmente e persino militarmente. Ancora saccheggia, ma non ha alcun piano per migliorare lo status del mondo. Non può nemmeno pensare in questi termini. Odia la Cina e ogni altro Paese che abbia piani progressisti e internazionalisti. Denigra il Presidente Xi Jinping e il suo piano, la Belt and Road Initiative (BRI), ma non c’è nulla di nuovo ed eccitante che l’occidente possa offrire al mondo. Sì, certo, cambi di regime, colpi di Stato, interventi militari e furto di risorse naturali, ma qualcos’altro? No, silenzio!

Durante le mie due settimane di lavoro in Europa, nella Repubblica Ceca (ora ribattezzata Cechia), Paese che gode del più alto indice di sviluppo umano definito dall’UNDP rispetto a Italia o Spagna, ho visto diversi giovani decorosi cercare cibo nei bidoni della spazzatura, proprio di fronte al mio hotel. Ho visto giovani europei inginocchiati mendicare a Stoccarda, la seconda città più ricca della Germania (dove vengono prodotte Mercedes e Porsche). Ciò che ho osservato in tutti e sette i Paesi dell’UE che ho visitato erano confusione, ma anche indifferenza, egoismo estremo ed ozio quasi grottesco.

In netto contrasto coll’Asia, tutti in Europa sono ossessionati dai loro “diritti” e privilegi, mentre a nessuno importa nulla della responsabilità. Quando il mio aereo da Copenhagen atterrava a Stoccarda, ha iniziato a piovere. Non era pioggia forte; ma pioggerella. Il jet Canadair della SAS è un piccolo velivolo e non ha un portello di discesa. Ha parcheggiato a pochi metri dal terminal e il capitanoha annunciato che il personale di terra si rifiutava di portare l’autobus, a causa di un fulmine e dell’acquazzone. E così, rimanemmo sull’aereo, per 10, 20 minuti, mezz’ora. Il maltempo finì. La pioggerella continuò. 40 minuti, niente autobus. Un’ora dopo apparve l’autobus. Un uomo del personale di terra comparve discretamente completamente avvolto nella plastica, protetto ermeticamente dalla pioggia. Ai passeggeri, d’altra parte, non fu nemmeno offerto un ombrello.

“Amo me stesso”, poi vidi sui graffiti nel centro della città. I graffiti non erano lontani dalla stazione centrale, ristrutturata per diversi miliardi di euro, e contro la volontà dei cittadini.

Il mostruoso progetto procede a passo follemente pigro, con solo 5-6 operai edili visibili alla volta, nei tremendi scavi. Stoccarda è incredibilmente sporca. Le scale mobili spesso non funzionano, ubriachi sono dappertutto come anche mendicanti. È come se per decenni nessuno avesse fatto alcun lifting alla città. Una volta ciò che erano musei gratuiti chiedono costosi biglietti d’ingresso, e la maggior parte delle panchine pubbliche sono scomparse da parchi e strade. Il decadimento è onnipresente. Il sistema ferroviario tedesco (DB) è praticamente collassato.

Quasi tutti i treni sono in ritardo, dal “regionale” all’IC glorificato una volta (questi “treni proiettili” tedeschi in realtà sono più lenti, in media, anche ad alcuni espressi inter-urbani indonesiani). I servizi forniti ovunque in Europa, dalla Finlandia all’Italia, sono grottescamente pessimi. Negozi di generi alimentari, caffè, alberghi, tutti sono a corto di personale, mal gestiti e per lo più arroganti. Gli esseri umani sono spesso sostituiti da macchine inefficienti. La tensione è ovunque, il cattivo umore è onnipresente. Richiedere qualcosa è impensabile; rischia di essere scacciato, insultato, mandato all’inferno. Ricordo ancora come la propaganda occidentale fosse usata per esaltare i servizi nei Paesi capitalisti, quando crescevamo nell’Europa comunista: “Il cliente è sempre trattato come un dio”.

Sì proprio! Che ridere. Per secoli, i “lavoratori europei” sono stati “sovvenzionati” grazie al saccheggio colonialista e neo-colonialista, perpetrato in tutti gli angoli non-bianchi del mondo. Finirono per essere viziati, coccolati ed improduttivi. Ciò andava bene per le élite: finché le masse continuavano a votare per il regime imperialista occidentale. “Il proletariato” alla fine divenne di destra, imperialista, persino edonistico. L’ho visto molto bene questa volta, e presto ne scriverò molto di più. Ciò che non ho visto erano speranza o entusiasmo. Neanche ottimismo. Alcun scambio di idee sane e produttive o dibattito profondo; qualcosa cui sono abituato in Cina, Russia o Venezuela, solo confusione, apatia e decadenza ovunque. E odio per quei Paesi migliori, più umani, più avanzati e pieni di entusiasmo socialista.

L’Italia si nota leggermente diversa. Di nuovo, ho incontrato grandi pensatori di sinistra; filosofi, professori, cineasti, giornalisti. Ho parlato all’Università La Sapienza, la più grande università d’Europa. Ho tenuto conferenze sul Venezuela e sull’imperialismo occidentale.

Ho lavorato coll’ambasciata venezuelana a Roma. Tutto ciò erta fantastico e illuminante, ma era davvero l’Italia?

Un giorno dopo aver lasciato Roma per Beirut, gli italiani andavano alle urne. E hanno tolto il sostengo ai miei amici del Movimento 5 stelle, lasciandoli con poco più del 17%, mentre raddoppiavano il sostegno all’estrema destra della Lega Nord. Questo è successo praticamente in tutta Europa. Perdevano i laburisti del Regno Unito, mentre le forze della Brexit di destra avanzavano in modo significativo. I partiti di estrema destra, anche quelli vicini al fascismo, raggiungevano livelli inaspettati. Era solo politica del “io, io, io”. Un’orgia di “selfie politici”. Ne ho abbastanza di immigrati. Voglio benefici maggiori. Voglio migliori cure mediche, orario di lavoro più breve.

E così via.

Chi paga, nessuno in Europa sembra preoccuparsene. Non ho mai sentito nessun politico europeo lamentarsi del saccheggio della Papua Occidentale o del Borneo, dell’Amazzonia o del Medio Oriente, per non parlare dell’Africa. E l’immigrazione?

Non abbiamo sentito nulla di quella seccatura dei rifugiati europei, milioni, molti illegali, scesi negli ultimi decenni nel sud-est asiatico, nell’Africa orientale, nell’America latina e persino nel subcontinente? Sfuggendo, ad orde, dall’assenza di significato, depressione, vuoto esistenziale. Nel processo, spogliano i locali di terra, proprietà immobiliari, spiagge, tutto. “Immigrati”? Bene; quindi anche gli immigrati europei fuori dal resto del mondo! Basta coll’unilateralità!

Le recenti elezioni europee mostravano chiaramente che l’Europa non si è evoluta. Per innumerevoli secoli bui, visse solo per proprio piacere, uccidendo milioni di persone per sostenere il proprio stile di vita elevato. Oggi. cercando di agitare il suo sistema politico e amministrativo, in modo che possa continuare a fare la stessa cosa. Ma in modo più efficiente! Soprattutto, assurdamente, ci si aspetta che il mondo abbia pietà per il proletariato europeo strapagato e malcontento, di destra e letargico, che sacrifica altre decine di milioni di persone solo per aumentarsi ulteriormente il tenore di vita. Tutto questo non dovrebbe essere permesso. Mai più! Va fermato. Ciò che l’Europa ha raggiunto finora, a spese di miliardi di vite degli “altri”, non è assolutamente degno di morire.

Attenti all’Europa e alla sua gente! Studiatene la storia. Studiate l’imperialismo, il colonialismo e i genocidi che impose in tutto il mondo. Lasciate che votino i loro fascisti. Ma teneteveme alla larga. Impeditegli di diffondere il loro veleno nel mondo. Vogliono mettere al primo posto gli interessi dei loro Paesi? Meraviglioso! Facciamo esattamente lo stesso: anche il popolo della Russia! Prima la Cina! E anche Asia, Africa, America Latina!

Andre Vltchek è filosofo, romanziere, regista e giornalista investigativo. È creatore di Vltchek’s World in Word and Images e autore di diversi libri, tra cui la Cina e la civiltà ecologica. Scrive soprattutto per la rivista online “New Eastern Outlook“.

 

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