Lo Yemen chiede aiuto a Putin di fronte ai piani degli USA nel Mar Rosso
Lo Yemen ha invitato il presidente russo Vladimir Putin a porre fine alle cospirazioni statunitensi. che cercano di controllare il commercio mondiale nel Mar Rosso.
"La battaglia che dirigono gli Emirati Arabi Uniti (UAE), sulla costa occidentale per controllare il porto yemenita di Al-Hudaydah è solo una parte del complotto ordito contro lo Yemen. Lo scopo di questa aggressione è quello di dominare le isole e i passaggi di mare vitali e trasformare il Mar Rosso in un lago americano, da cui Washington potrebbe controllare il commercio e le vie di transito di energia nel mondo", si legge in una lettera inviata, alcuni giorni fa, al Presidente russo Valdimir Putin dal presidente del Consiglio politico supremo dello Yemen, Mahdi al-Mashat,.
Ha aggiunto che sia l'Arabia Saudita che gli Emirati Arabi Uniti seguono l'agenda del regime israeliano e statunitense. per far sprofondare lo Yemen in una guerra settaria e poi dividerlo in piccoli stati per saccheggiare le sue risorse naturali.
Al-Mashat ha ricordato l'Arabia Saudita ed i loro alleati hanno lanciato una guerra contro lo Yemen "alcuna base legale" e in totale contraddizione con gli articoli della Carta delle Nazioni Unite, che costituisce una flagrante violazione della sovranità dello Yemen e una minaccia per la pace e la sicurezza regionale.
Il rappresentante yemenita ha anche invitato Putin ad esercitare pressioni sull'Arabia Saudita e su i suoi alleati per porre fine alla loro aggressione e al blocco marittimo, terrestre e aereo contro il popolo yemenita.
La situazione di Al-Hudaydah è peggiorata notevolmente dopo che l'Arabia Saudita ed i loro alleati hanno lanciato una campagna militare nel mese di giugno contro il porto strategico sul Mar Rosso.
Secondo le Nazioni Unite, l'offensiva costare l'eliminazione di 250.000 yemeniti, e mette in pericolo la vita di 11 milioni di bambini.
Fin dal suo inizio, a marzo 2015, l'aggressione saudita contro lo Yemen ha provocato secondo recenti stime più di 14000 morti e quasi 38000 feriti, oltre a ad incrementare, nel paese più povero del mondo arabo, la fame e le epidemie, come quella del colera.