L'Unicef condanna "la guerra ai bambini" in Siria riuscendo nell'impresa di non nominare gli USA

L'Unicef condanna "la guerra ai bambini" in Siria riuscendo nell'impresa di non nominare gli USA

L'Unicef denuncia "la guerra ai bambini" in Siria dopo la notizia sulla morte di 30 nella provincia siriana di Deir Ezzor, dove l'ISIS ha ripreso l'iniziativa contro i gruppi curdi appoggiati dalla coalizione guidata dagli USA, la quale ha sferrato duri attacchi aerei che hanno colpito anche i civili. L'organismo internazionale non nomina, almeno nel caso specifico, la suddetta coalizione quando tutte le circostanze conducono a ritenere Washington quale responsabile di questi attacchi.

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"Questi omicidi riportati dimostrano che la guerra contro i bambini è tutt'altro che finita in Siria", ha annunciato il Responsabile capo del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, UNICEF, per il Medio Oriente e Nord Africa, Geert Cappelaere.
 
Lunedì scorso gli aerei delle cosiddetta coalizione contro i terroristi dell'ISIS (Daesh, in arabo), guidata da Washington, hanno bombardato la città siriana di Al-Shafa, in provincia di Deir Ezzor (est), uccidendo più di 60 civili, tra cui 30 bambini.
 
Cappelaere, ha evidenziato che il principio fondamentale della tutela dei minori "è stato ignorato," del tutto durante i sette anni di guerra in Siria avviati da gruppi terroristici sostenuti da diversi paesi occidentali.
 
Inoltre, si è attestato a 870 bambini morti tra gennaio e settembre di quest'anno, ma ha osservato che il numero reale è molto più alto. "È la cifra più alta dall'inizio del conflitto nel 2011. Questi sono solo i casi accertati, ma le cifre reali sono suscettibili di essere molto più alto", ha lamentato.
 
Pertanto, il capo dell'Unicef ??ha esortato tutte le parti coinvolte nel conflitto siriano a proteggere i bambini "non importa dove si trovino in Siria e sotto il cui controllo vivono".
 
Un modo di agire, quello dell'Unicef, che si potrebbe definire "pilatesco", dal momento che, come altri organismi internazionali, non si spreca in indagini più approfondite quando si tratta di accusare Damasco di ogni crimine mentre, come nel caso dei bombardamenti di al Shafa, si lanciano appelli e denunce pure giuste, trattandosi di bambini, ma vaghi, per non accusare esplicitamente Washington, quando la circostanza lampante, almeno in questa circostanza, lo riterrebbe opportuno.
 
Da parte sua, Damasco non solo ha sempre messo in dubbio l'efficacia dei bombardamenti della cosiddetta coalizione per danni collaterali sotto in forma di vittime civili e la distruzione di infrastrutture nazionali, ma ritiene la presenza delle forze Usa nel suo territorio è una violazione della sua sovranità.
 
 

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