'Made in Vietnam' o 'Made in China'? Come Pechino elude le sanzioni statunitensi
Nel 2015 la Cina ha lanciato un ambizioso progetto "Made in China 2025" che cerca di cambiare l'immagine del paese come produttore di prodotti economici e di bassa qualità e trasformare l'etichetta in un simbolo di orgoglio nazionale entro il 2025.
Tuttavia, la guerra commerciale tra l' Stati Uniti e Cina ha costretto alcuni esportatori nel paese asiatico a sbarazzarsi dell'etichetta 'Made in China' per evitare tariffe elevate oltre i confini degli Stati Uniti, ha rivelato Observer.
Il governo vietnamita aveva identificato dozzine di certificati falsi "Made in Vietnam" in diversi settori, dall'agricoltura ai tessuti e all'acciaio prodotti dalle società cinesi che tentavano di eludere le tariffe statunitensi.
Hanoi ha anche affermato che alcuni esportatori cinesi avevano illegalmente deviato gli ordini verso il Vietnam dopo che l'amministrazione Trump aveva aumentato le tariffe dei prodotti cinesi dal 10% al 25%. Secondo la dogana, il compensato cinese è stato inviato negli Stati Uniti attraverso una società vietnamita.
Secondo il governo del paese del Sudest asiatico, i funzionari doganali stanno rafforzando la supervisione e l'ispezione dei beni per reprimere la pratica. Inoltre, sono aumentate le sanzioni per le frodi legate al commercio.
"Il Vietnam è preoccupato che possa essere punito dagli Stati Uniti per aver permesso che prodotti cinesi etichettati in modo errato attraversino i confini degli Stati Uniti", ha affermato Do Van Sinh, membro del comitato economico dell'Assemblea nazionale del Vietnam.
Si ritiene che il cambio di rotta degli esportatori cinesi e la falsa etichettatura siano parzialmente responsabili di un drammatico aumento delle esportazioni dal Vietnam agli Stati Uniti.
Nel primo trimestre del 2019, le spedizioni sono aumentate del 40%, mentre le spedizioni dalla Cina sono diminuite del 14%, secondo i dati raccolti dal Census Bureau degli Stati Uniti.
Ma queste spedizioni discutibili rappresentano probabilmente una porzione "relativamente piccola" delle esportazioni totali della Cina verso gli Stati Uniti, afferma Rahul Kapoor, analista presso Bloomberg Intelligence a Singapore. "Ci saranno sempre perdite e lavoro per evitare le tariffe, ma non lo vediamo come un fenomeno generalizzato", ha aggiunto.