"Dibattere di Unione Europea e euro, ma non di NATO, significa truffare gli elettori"

"Dibattere di Unione Europea e euro, ma non di NATO, significa truffare gli elettori"

Manlio Dinucci: "Questo è lo scenario in cui si inserisce la sempre più pericolosa escalation Usa/Nato in Europa contro la Russia, presentata come il nemico che ci minaccia da Est."

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


di Manlio Dinucci* - il manifesto, 30 gennaio 2018


Il presidente Trump è sbarcato dall’elicottero al Forum economico mondiale di Davos. Qui, preceduto dai suonatori di ottoni dell’orchestra di Friburgo, ha annunciato che «il mondo sta assistendo alla rinascita di una forte e prosperosa America», grazie alle riduzioni di tasse e riforme attuate dalla sua amministrazione in base al principio «America First», ossia quello di mettere l’America al primo posto.


Ciò «non significa America da sola: quando gli Stati uniti crescono, cresce tutto il mondo». Ma, ha aggiunto, «non possiamo avere un commercio libero e aperto se alcuni paesi sfruttano il sistema a spese di altri».


Chiaro il riferimento soprattutto alla Cina e alla Russia, accusate di «distorcere i mercati globali» attraverso «sussidi industriali e una pervasiva pianificazione economica a guida statale».


Emerge così il nodo della questione. Gli Stati uniti sono ancora la prima potenza economica del mondo, soprattutto grazie ai capitali con cui dominano il mercato finanziario globale, alle multinazionali con cui sfruttano risorse di ogni continente, ai brevetti tecnologici in loro possesso, al ruolo pervasivo dei loro gruppi multimediali che influenzano le opinioni e i gusti della gente su scala planetaria. La loro supremazia economica (compresa quella del dollaro) viene però messa sempre più in pericolo dall’emergere di nuovi soggetti statuali e sociali.


Anzitutto la Cina: salita come reddito nazionale lordo al secondo posto mondiale dopo gli Usa, essa è la «fabbrica del mondo» in cui producono anche molti grandi gruppi statunitensi. È quindi divenuta il primo esportatore mondiale di merci. A sua volta essa effettua crescenti investimenti sia negli Usa e nella Ue, sia in Africa, Asia e America Latina (qui soprattutto in infrastrutture).


Il progetto più ambizioso, varato dalla Cina nel 2013 e condiviso dalla Russia, è quello di una nuova «Via della Seta»: una rete terrestre (viaria e ferroviaria) e marittima che collega la Cina all’Europa attraverso l’Asia Centrale e Occidentale e attraverso la Russia. Se fosse realizzato secondo l’idea originaria, il progetto, che non include componenti militari, rimodellerebbe l’architettura geopolitica dell’intera Eurasia, creando una nuova rete di rapporti economici e politici tra gli stati del continente.


Quella globalizzazione che gli Stati uniti hanno promosso, fiduciosi di poterla dominare, si ritorce ora contro di loro. I dazi fino al 50% su lavatrici e pannelli solari, stabiliti dall’amministrazione Trump per colpire le esportazioni di Cina e Corea del Sud, sono una prova non di forza ma di debolezza.


Perdendo terreno sul piano della globalizzione economica, gli Stati uniti puntano sulla globalizzazione militare: «Stiamo facendo investimenti storici nel militare americano – ha annunciato Trump a Davos – poiché non possiamo avere prosperità senza sicurezza».


Gli Usa hanno già oggi basi e altre installazioni militari in oltre 70 paesi, soprattutto attorno alla Russia e alla Cina.


I paesi in cui sono dispiegate truppe Usa sono oltre 170. In tale strategia sono affiancati dalle potenze europee della Nato, le quali, pur avendo con gli Usa contrasti di interesse, si schierano sotto la leadership statunitense quando si tratta di difendere l’ordine economico e politico dominato dall’Occidente.


Questo è lo scenario in cui si inserisce la sempre più pericolosa escalation Usa/Nato in Europa contro la Russia, presentata come il nemico che ci minaccia da Est.


Dibattere di Unione europea ed euro indipendentemente da tutto questo, come si fa nell’attuale campagna elettorale, significa giocare di fronte agli elettori una partita con carte truccate.


*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore 

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La fine dell'impunità di Israele di Clara Statello La fine dell'impunità di Israele

La fine dell'impunità di Israele

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare di Michelangelo Severgnini Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Togg fii: l’Africa è un posto dove restare

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti