Mentre lo stolto guarda "le sardine"... dalla Francia la lotta vera ottiene i primi frutti
di Mauro Gemma
In Italia gli occhi dei media di regime sono tutti puntati sul movimento delle "sardine" (fino a procurarci l'indigestione), che ha tra le sue file leader che, di fronte a frotte di giornalisti, non nascondono la loro predilezione anche per un movimento come quello di Pizzarotti, associato nelle scorse elezioni europee agli ordo-liberisti di + Europa, e che, in un "programma" infarcito di pensierini simili a quelli che possiamo leggere nelle cartine contenute nei cioccolatini di una famosa marca, appunto sul liberismo, che sta annientando il futuro di un'intera generazione di loro coetanei, non hanno assolutamente niente da dire, conservando un vergognoso silenzio (assecondato, oltre che dai più noti e screditati esponenti dell'establishment, anche dall'ANPI, ormai priva di coloro che la Resistenza l'hanno fatta davvero, e da alcuni patetici ruderi delle formazioni extraparlamentari degli anni 70 oggi benvenuti frequentatori dei salotti del potere).
Intanto dalla Francia arriva una nuova conferma che la determinazione dei nostri fratelli e sorelle d'oltralpe, che non si vergognano di alzare la bandiera rossa, ha ottenuto un altro risultato (ovviamente passato quasi inosservato nel nostro apparato mediatico e nelle baruffe tra i nostri politici di ogni tendenza): Jean-Paul Delevoye, ideatore della sciagurata misura previdenziale che ha sollevato le grandiose proteste di lavoratori e giovani e, per questa ragione definito "signor pensioni", ha dovuto rassegnare le dimissioni.
E adesso, c'è da scommettere, ci diranno che il suo licenziamento è solo da collegare a un conflitto di interessi, come se la cosa non fosse già nota al momento in cui il governo di Parigi si affidava a lui per attaccare i diritti sacrosanti dei lavoratori.