Natalie Portman definisce «razzista» la legge che indica come ebraico lo Stato di Israele
L’attrice, regista e produttrice cinematografica israeliana naturallizata statunitense, Natalie Portman, in un’intervista rilasciata al quotidiano arabo Al Quds Al-Arabi, ha definito «razzista» la legge che definisce come ebraico lo Stato di Israele.
La legge approvata dalla Knesset - parlamento di Israele - nello scorso mese di luglio definisce Israele ‘Stato nazionale per il popolo ebraico’, secondo l’attrice rappresenta «un errore e non sono d’accordo con essa… Le vite delle [persone] sono [toccate] a livello personale dalle decisioni prese dai politici».
«Spero solo che saremo in grado di amare veramente i nostri vicini e di poter lavorare insieme», ha aggiunto Natalie Portman.
I cittadini arabi di Israele sono circa 1,8 milioni, circa il 20% dei nove milioni di abitanti, come ricorda l’emittente Al Jazeera.
La legge fu duramente criticata dal giornalista israeliano Gideon Levy su Hareetz: «La legge sullo stato-nazione (che definisce Israele come la patria storica del popolo ebraico, incoraggia la creazione di comunità riservate agli ebrei, declassa l’arabo da lingua ufficiale a lingua a statuto speciale) mette fine al generico nazionalismo di Israele e presenta il sionismo per quello che è. La legge mette fine anche alla farsa di uno stato israeliano “ebraico e democratico”, una combinazione che non è mai esistita e non sarebbe mai potuta esistere per l’intrinseca contraddizione tra questi due valori, impossibili da conciliare se non con l’inganno».
Il perché ci sia assenza di democrazia è presto detto: «Se lo stato è ebraico non può essere democratico, perché non esiste uguaglianza. Se è democratico, non può essere ebraico, poiché una democrazia non garantisce privilegi sulla base dell’origine etnica. Quindi la Knesset ha deciso: Israele è ebraica. Israele dichiara di essere lo stato nazione del popolo ebraico, non uno stato formato dai suoi cittadini, non uno stato di due popoli che convivono al suo interno, e ha quindi smesso di essere una democrazia egualitaria, non soltanto in pratica ma anche in teoria. È per questo che questa legge è così importante. È una legge sincera».