Nazioni Unite? L'ambasciatrice statunitense Haley reclama sanzioni più dure contro il Venezuela e arringa manifestati anti-Maduro
Megafono in mano arringa un gruppo di persone riunite all’esterno della sede delle Nazioni Unite (ONU) in quel di New York per protestare contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro. Una scena che sarebbe normale se a parlare ai contestatori fosse una semplice attivista. Invece si tratta di Nikki Haley, ambasciatore degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite. Una forte sostenitrice delle sanzioni e dell’intervento in Venezuela per rovesciare il legittimo governo guidato da Nicolas Maduro.
«Lasciate che vi dica - ha urlato al microfono Haley - parlerò con forza, il presidente (Donald) Trump parlerà con forza, gli Stati Uniti parleranno con forza e Maduro ci ascolterà, perché noi non smetteremo di parlare fino a quando Maduro non vada via».
La diplomatica ha poi aggiunto che l’inquilino della Casa Bianca è «infuriato» con il governo di Maduro. Nikki Haley da mesi sostiene a necessità di imporre sanzioni ancora più severe contro Caracas. Mentre Donald Trump ha ribadito che «tutte le opzioni» sono sul tavolo per quanto riguarda la questione venezuelana.
Dal canto suo, Maduro, in seno all’Assemblea Generale ha condannato «l'aggressione permanente» di Washington e denunciato il golpismo fomentato ad arte dagli Stati Uniti contro il suo paese. Da ultimo il tentativo di decapitare l’intera dirigenza bolivariana, Maduro in testa, in occasione di una parata militare con dei droni carichi di esplosivo C4.
Negli ultimi anni, il Venezuela ha vissuto una situazione difficile, in particolare nel campo dell'economia. Caracas, nel tentativo di porre fine a questa situazione, ha preso alcune misure e ha denunciato una guerra economica che Washington ha attivato contro di essa attraverso l'imposizione di diverse sanzioni economiche, blocco finanziario e tentativi di paralizzare il commercio internazionale.
Provate adesso ad immaginare se al posto di Nikki Haley vi fosse stato un funzionario venezuelano, russo o cinese, ad arringare manifestanti contro un qualsiasi capo di Stato occidentale. Indignazione internazionale a reti unificate. Le tv e i giornaloni ci avrebbero spiegato che l’obiettivo reale è il sistema liberale, l’unica forma di democrazia per lorsignori, e che quindi ci si sarebbe dovuti unire in questa nuova crociata democratica contro il despota di turno.
Insomma, l’ennesima dimostrazione dell’inaccettabile doppia morale che regna incontrastata nel cosiddetto occidente democratico.