ONU: Processo iniquo contro il figlio di Gheddafi e altri 36 funzionari della Jamahriyya libica
Un funzionario dell'Alto Commissariato per i Diritti umani delle Nazioni Unite ha rivelato che il processo contro il figlio di Gheddafi di 36 alti funzionari della Jamahriyya libica è stato ingiusto, in quanto non ha rispettato gli standard internazionali.
Uno studio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha evidenziato che il processo contro Saif al-Islam Gheddafi e 36 leader libici sono hanno soddisfatto le regole internazionali di equità processuale.
La Commissione ha valutato il processo legale, compresi i metodi investigatici e le condanne. Martedì scorso l'Ufficio dell'ONU e la relativa missione nel paese (UNSMIL) hanno pubblicato i loro risultati.
Il documento dell'Alto Commissario ha rivelato gravi violazioni del giusto processo, compresi i lunghi periodi di isolamento per l'imputato, e accuse di tortura non sono state adeguatamente riconosciute.
Le denunce del rapporto sono stati presentati anche dagli avvocati che hanno espresso difficoltà per incontrare i loro assistiti in privato e per l'accesso alla relativa documentazione.
UNSMIL & @UNHumanRights report on the trial of 37 former members of Gaddafi regime
— UNSMIL (@UNSMILibya) 21 febbraio 2017
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L'inchiesta ha sostenuto, inoltre, che il diritto alla difesa è stato minato perché non sono stati chiamati a testimoniare in tribunale eventuali testimoni dal pubblico ministero e il tribunale ha limita le testimonianze a favore degli imputati.
Il rapporto denuncia il sistema giudiziario libico, che non permette un appello completo ma solo una revisione parziale di aspetti giuridici specifici (Corte di cassazione).
Nel rapporto dell'ONU, si invitano le autorità libiche a rivedere il codice penale e il codice di di procedura penale, dal momento che il suo sistema giudiziario non è conforme agli standard internazionali.
Nella sentenza è stata comminata la pena di morte per nove degli imputati, tra cui Saif al Islam Gafadi, l'ex capo dei servizi segreti Abdullah al-Senussi e l'ex primo ministro al-Baghdadi al-Mahmudi.