Paolo Maddalena: "I Paesi del Nord Europa, oltre ad essere imbevuti di neoliberismo, sono colonialisti"

Paolo Maddalena: "I Paesi del Nord Europa, oltre ad essere imbevuti di neoliberismo, sono colonialisti"

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Di Paolo Maddalena*
 
I Paesi del Nord Europa: Olanda, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia, dopo lo spregevole atteggiamento dimostrato in sede europea, a proposito del Recovery Fund, meritano che all’aggettivazione di Paesi fortemente imbevuti di neoliberismo deve aggiungersi, purtroppo, anche l’aggettivazione di Paesi colonialisti.
 
Essi, del resto, hanno ereditato molto dall’Inghilterra, oramai uscita dall’Europa.
 
Ma non dimentichiamo che l’Olanda è stata, nella storia, uno dei Paesi più colonialisti del mondo.
 
Nella mente di queste persone non esiste minimamente il concetto di Comunità, ma solo quello dell’egoismo nazionale cui consegue il concetto di sopraffazione degli altri Paesi.
 
Dopo questa enorme manifestazione di egoismo il verdetto da emettere su questi Stati è soltanto uno: essi sono indegni di far parte dell’Unione europea, anche se l’Olanda è stata una delle nazioni fondatrici che però, ha ora al comando un certo Rutte, che ha profondamente derazzato dai suoi padri.
 
In questo momento si sta giocando la sorte dei Paesi europei, che attualmente comprendono 741 milioni di abitanti, di fronte ai 17 milioni di olandesi, pari al 6% del totale della popolazione europea.
 
È dunque arrivato il moneto di fare pulizia, se vogliamo davvero costituire gli Stati Uniti d’Europa.
 
Un atteggiamento molto positivo è stato dimostrato dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen e anche dalla Merkel e da Macron, i quali hanno molto probabilmente capito che l’Europa non può essere un luogo di sfruttamento dei Pesi più forti sui Paesi più deboli (come per lungo tempo essi stessi hanno ritenuto, violando apertamente i limiti dei Trattati) e che è indispensabile creare un’Europa dove non ci siano paradisi fiscali o azioni di dumping, ma eguaglianza economica e sociale fra tutti, con un unico sistema fiscale e un unico ordinamento dei diritti dei lavoratori.
 
Meglio essere in minor numero, ma compatti nella condivisione delle idee portanti per la costruzione di una vera Europa.
 
Il Presidente Giuseppe Conte si è comportato benissimo (checché ne dica il suo avversario Matteo Salvini) e per la prima volta ha fatto risonare nelle aule dell’Unione europea la voce dell’Italia, dimostrando dignità e sicurezza.
 
È da sottolineare che egli ha affermato, rivolgendosi al Premier olandese Rutte, che se non si fosse trovato un accordo avrebbe dovuto rispondere lui, Premier dell’Olanda, del crollo del mercato comune davanti a tutti gli europei.
 
Noi italiani riteniamo che, o si crea un senso inscalfibile di comunità tra gli Stati che vogliono restare in Europa, oppure occorre trovare altre strade e magari unirsi a Paesi europei, come quelli che si affacciano sul mediterraneo, più vicini a noi per cultura e tradizioni.
 
Quello che è certo è che esiste una assoluta inconciliabilità tra pensiero neoliberista (rinvenibile purtroppo anche nelle passate azioni di Germania e Francia) e senso di Comunità, il cui profondo significato sta nel considerare tutti gli Stati su un piano di parità e di reciproca collaborazione.
 
Il modello da seguire è già scritto nella nostra Costituzione repubblicana e democratica e in particolare nel titolo terzo della parte prima dedicato ai rapporti economici.
 
Offriamo all’Europa questa nostra grande ricchezza culturale nella speranza che essa ne voglia trarre i frutti dovuti.
 
Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”
 
*Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.
 
 

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