Paolo Maddalena: "Il Recovery Fund, l'estremo tentativo del pensiero neoliberista di mantenere l'attuale sistema predatorio"

Paolo Maddalena: "Il Recovery Fund, l'estremo tentativo del pensiero neoliberista di mantenere l'attuale sistema predatorio"

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di Paolo Maddalena*


La grande notizia che appare oggi sui giornali è la proposta della Presidente Ursula Von der Leyen di distribuire agli Stati membri 750 miliardi di euro, di cui 500 a fondo perduto e 250 con lunghissimo termine per la restituzione.
 

L’Italia, la più contagiata dal virus, fruirebbe di circa 82 miliardi a fondo perduto e 91 a debito.
 

L’esultanza è generale, ma a noi sembra che questo sia l’estremo tentativo del pensiero neoliberista (dopo gli attacchi anti europeisti provenienti da più parti), dominante nelle istituzioni finanziarie e internazionali, di mantenere l’attuale sistema economico predatorio accedendo a un principio di media mutualità.
 

Dobbiamo rilevare che effettivamente è una proposta da accettare nella situazione in cui al momento ci troviamo.
 

Essa tuttavia dovrà essere approvata dal Consiglio dei capi di Stato e di Governo che si terrà il 18 giugno, dove dovrà affrontare il fuoco di sbarramento, oltre che di Olanda, Austria, Danimarca e Svezia, anche dei Paesi del Visegraad, i quali molto miopemente si ostinano a mantenere intatto il sistema economico predatorio neoliberista.
 

Non deve sfuggire comunque che, non solo le somme distribuite a titolo di prestito costituiranno un forte debito per le future generazioni, ma anche le somme distribuite, come è stato detto, “a fondo perduto”, saranno anch’esse da restituire dagli Stati membri, e quindi anche dall’Italia, in quanto tutti sono partecipi del bilancio economico europeo.
 

Dunque si tratta di accollarci nuovi debiti con l’aggravante di trasferirne la restituzione ai nostri nipoti.
 

È per questo che noi riteniamo che un’arma molto importante nelle mani degli Stati membri sia quella di immettere moneta di Stato, a corso legale nei singoli territori, tenendo presente che quest’arma può essere usata oggi per sconfiggere l’arroganza dei Paesi che non vedono altro che il sistema predatorio neoliberista applicato nel suo pieno rigore.
 

E si tenga presente che questa immissione di moneta a corso legale nei singoli Paesi potrebbe diventare indispensabile se l’Europa continuasse a ispirarsi al pensiero neoliberista che mette in una gabbia i Paesi più deboli, facendoli sfruttare dai Paesi economicamente più forti.
 

Insomma il problema di fondo è dato dal fatto che l’obbiettivo fondamentale che si pongono i Trattati di Maastricht e di Lisbona, recepito nello statuto della Bce, nell’ambito del sistema europeo di banche centrali, è il mantenimento della “stabilità dei prezzi ” (articolo 2 del citato statuto), un principio che è assolutamente inaccettabile in situazioni di crisi globale come quella che stiamo vivendo.
 

A nostro avviso l’Italia, come da sempre ha fatto la Germania, deve opporre alle soluzioni neoliberiste i principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana e democratica, la quale, come sempre ha affermato la giurisprudenza costituzionale, prevale sui Trattati.
 

L’esito finale di questa operazione potrà, probabilmente, dar luogo all’uscita dall’Euro (i cui danni apportati a nostro carico sono noti a tutti) e alla probabile ricerca di un nuovo sistema di unione di Stati, come, ad esempio, quelli mediterranei, molto più consoni a noi per cultura e tradizioni.
 

Professor Paolo Maddalena. Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”

 

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