Parla il cugino di Gheddafi: "Purtroppo, tutto quello che ha predetto si è avverato con precisione”
Ahmed Gadaf: "la comunità internazionale chieda scusa alla Libia"
Alcune delle peggiori previsioni del defunto leader libico Muammar Gheddafi sugli sviluppi in Libia e negli altri paesi del mondo arabo dopo la caduta dei vecchi leader si stanno avverando. Lo ha dichiarato in un’intervista a RIA NOVOSTI l’ex generale e cugino dell’ex presidente libico Ahmed Gadaf.
Gheddafi aveva sostenuto che la Libia si sarebbe disintegrata se fosse stato rovesciato il suo governo. Sei anni dopo l'inizio delle manifestazioni e degli scontri, Gadaf sottolinea che il paese nordafricano rimane impantanato in una guerra "alimentata dalle forze filo-occidentali", in cui "non ci sono vincitori."
Dopo aver ricordato il cugino - "era uno storico e un rivoluzionario" – come un uomo di grande esperienza e con parecchie informazioni sulle minacce del Medio Oriente, Gadaf sottolinea come sin dagli anni’80 Gheddafi avesse in mente lo scenario attuale: "Purtroppo, tutto quello che ha predetto si è avverato con precisione”.
Se il problema fossero stati i governi di Muammar Gheddafi e Saddam Hussein, come sostenuto dall'Occidente, allora perché continuare la distruzione "senza senso" e le uccisioni ora che non i sono più?, chiede Gadaf.
Il cugino di Gheddafi ha dichiarato poi che la NATO è venuta in Libia nel 2011 "come un fronte unito", ma poi ha cominciato a sostenere fazioni opposte nelle diverse regioni del paese alimentando un conflitto ancora in atto. E’ "ovvio", ha proseguito, che il piano d'Occidente fosse quello di “venire per uccidere Gheddafi e distruggere la Libia". Questo piano non è stato ancora pienamente attuato e per questo "continua ad alimentare i gruppi in conflitto" per estenderlo il più possibile.
La NATO e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “sono responsabili "per la distruzione di massa" subiti dalla infrastrutture del paese; le uccisioni e spostamento di un terzo della popolazione; le carceri con decine di migliaia di prigionieri; i feriti; i furti di ricchezza, oro e uranio rubati; ma, cosa più importante, "l'umiliazione della dignità di libici. Per questo, conclude il cugino di Gheddafi, la comunità internazionale dovrebbe "chiedere scusa per tutte le cose che hanno fatto ai libici”.