Perché il colombiano Duque attacca il dialogo tra governo e opposizione del Venezuela?

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Costringere l’opposizione più estremista e golpista al dialogo e la trattativa sconfessando così la linea portata avanti da anni è stata una grande vittoria per il governo bolivariano. I primi risultati già sono arrivati con le parti che hanno firmato i primi accordi. Ma forse la vittoria più importante è quella implicita, sedendosi a qual tavolo l’opposizione ha ammesso la legittimità del governo guidato da Maduro, l’unico esistente in Venezuela, ponendo fine alla farsa Guaidò. Questa circostanza ha provocato più di un malumore in certi circoli stranieri che avevano puntato tutto sulla destabilizzazione del Venezuela. 

A tal proposito il presidente colombiano Duque è tornato alla carica definendo il governo venezuelano una «dittatura» e affermando che «qualunque accordo» che consolidi il chavismo potrebbe scatenare una «tragedia continentale». 

«Qualsiasi accordo che consolidi la dittatura sarà una tragedia continentale che promuoverà solo esodo e miseria», afferma il presidente colombiano in riferimento al processo negoziale che il governo venezuelano ha intrapreso con l'opposizione estremista. 

Per Duque, che d'altra parte insiste nel definire la fazione golpista di Guaidó come «governo ad interim», l'unico modo per raggiungere il «benessere» dei venezuelani è l'uscita dal chavismo «attraverso un'elezione presidenziale il prima possibile».

Le risposte dal Venezuela alla grossolana interferenza di Duque non si sono fatte attendere: il ministro della Difesa di Caracas, Vladimir Padrino punta il dito contro il presidente colombiano e le sue connessione col mondo del narcotraffico. «A cosa sta giocando Duque? Gli interessa realmente la pace in Venezuela? La sua vera preoccupazione come legittimo rappresentante dell'oligarchia del narcotraffico colombiano è impedire il consolidamento della pace in Venezuela». 

In questo senso, Vladimir Padrino López ha sottolineato che «il nostro problema, che è di natura politica, si risolverà prima o poi scommettendo sul dialogo e sul negoziato. Un fatto che è stato interrotto in tutti questi anni grazie alla pianificazione persistente e meccanica di omicidi, incursioni mercenarie», riferendosi alla partecipazione diretta che il governo della Colombia ha avuto in questo tipo di azioni, nel tentativo di promuovere la violenza contro la democrazia in Venezuela.

Infine, il ministro della Difesa ha sottolineato che «la sua vera preoccupazione è che una volta concluso il fruttuoso dialogo a cui aspirano i veri democratici, gli Stati Uniti mettano di nuovo sotto la lente di ingrandimento la questione del narcotraffico, che è l'origine di tutti i mali, a livello continentale e planetario».

«Dalla Colombia si è cercato di dare ordini, dal palazzo presidenziale ai membri della delegazione in Messico perché interrompessero le trattative», così il presidente Maduro ha condannato le manovre di Ivan Duque. Evocando lo spettro dell’ultimo tentativo di dialogo naufragato perché le forze estremiste dell’opposizione venezuelana abbandonarono il tavolo su ordine di Washington. 

«Iván Duque è disperato, pazzo, isolato e sconfitto», ha detto il presidente venezuelano a proposito del «presidente della Colombia, che non può governare (il suo Paese), che gli è sfuggito di mano: massacri ogni settimana, centinaia di uccisi, decine di desaparecidos e morti. Il presidente di uno Stato fuorilegge, perduto, ingovernabile, cerca di dare ordini affinché il dialogo in Venezuela fallisca».

Quello di Duque è un tentativo di sabotaggio: «Ho le prove in mano. So cosa sto dicendo. Nelle prossime ore mostreremo prove affidabili di come l'oligarchia del narcotraffico che governa la Colombia, guidata da Iván Duque, intenda sabotare i negoziati in Messico».  

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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