Russia "preoccupata" per il Nagorno-Karabakh: quasi 30 mercenari, appoggiati dalla Turchia, uccisi nelle ultime 48 ore

Russia "preoccupata" per il Nagorno-Karabakh: quasi 30 mercenari, appoggiati dalla Turchia, uccisi nelle ultime 48 ore

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I mercenari, inviati dalla Siria nella regione del Karabakh per combattere con l'Azerbaigian, hanno subito perdite significative nelle ultime 48 ore, con un bilancio delle vittime continua a salire.
 
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, SOHR, i mercenari sostenuti dalla Turchia hanno subito pesanti perdite nella regione del Karabakh, con 28 combattenti uccisi e altri 60 feriti negli scontri con le forze armene.
 
Il rapporto SOHR ha corroborato un'affermazione fatta da un combattente siriano alla BBC in arabo, ieri, di essere stato ingannato durante il loro reclutamento in Azerbaigian.
 
Le prime vittime siriane sono state segnalate ieri mattina, quando gli attivisti locali nel nord della Siria hanno iniziato a riferire sulle perdite di combattenti dei gruppi militanti sostenuti dalla Turchia.
 
Secondo quanto riferito, a questi miliziano sono stati offerti 1.500 dollari al mese per combattere in Azerbaigian, dove sono stati portati a credere che avrebbero protetto i punti militari all'interno del paese.
 
Tuttavia, il loro dispiegamento in Azerbaigian ha preso una brutta piega questa settimana, quando sono scoppiati pesanti scontri tra l'esercito azero e le forze armene.
 
In un'intervista con la BBC, un combattente siriano di nome 'Abdullah' ha riferito che le loro forze erano schierate in prima linea e minacciate di reclusione se si fossero rifiutate di andare.
 
Va precisato che, nonostante le affermazioni sulle vittime siriane, il Ministero della Difesa azero sostiene che nessun combattente straniero sta attualmente combattendo nel suo schieramento.
 
In merito alla questione, Mosca ha condannato il presunto utilizzo di “mercenari e terroristi stranieri” nel conflitto, definendoli una minaccia per l'intera regione che deve essere “immediatamente” ritirati.
 
"Miliziani di gruppi armati illegali, in particolare dalla Siria e dalla Libia" sono stati trasportati nella zona di conflitto "per partecipare direttamente alle ostilità", si legge in una dichiarazione del Ministero degli Esteri russo pubblicata ieri, commentando i recenti rapporti. La diplomazia russa è "profondamente preoccupata" per lo sviluppo che crea "minacce a lungo termine per la sicurezza di tutti i paesi della regione".
 
Il ministero ha invitato le “leadership degli Stati interessati” a impedire l'uso di mercenari e terroristi stranieri e a ritirarli “immediatamente” dall'area.
 
Pur non facendo nomi, era chiaro che il messaggio era destinato alla Turchia e all'Azerbaigian.
 
 
 
 

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