«Se gli Stati Uniti vietano prestito dell'FMI al Venezuela verrà mostrata al mondo la natura criminale dell’embargo», afferma l'economista del PSUV Jesús Faría

«Se gli Stati Uniti vietano prestito dell'FMI al Venezuela verrà mostrata al mondo la natura criminale dell’embargo», afferma l'economista del PSUV Jesús Faría

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Alla notizia della richiesta avanzata al Fondo Monetario Internazionale dal governo bolivariano del Venezuela di un prestito per sostenere il sistema sanitario nazionale di fronte all’arrivo dell’epidemia del nuovo coronavirus Covid-19, in molti hanno storto il naso per la decisione presa dal governo Maduro. Ritenendola non comprensibile per un governo che ha sempre professato come certi organismi non avrebbero più messo piede sul suolo venezuelano.

 

Una possibile spiegazione per una mossa che a prima vista può apparire controcorrente, contraria ai principi del chavismo, arriva da un economista del PSUV, Jesús Faría, deputato all’Assemblea Nazionale Costituente e una delle voci principali del Partito Socialista Unito del Venezuela nel campo dell'economia. 

 

«Se gli Stati Uniti eserciteranno il loro potere di veto nel consiglio di amministrazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per negare al Venezuela l'accesso a un prestito di emergenza, la natura criminale dell’embargo verrà dimostrata al mondo, nel mezzo della pandemia di Covid-19», ha spiegato l’economista. 

 

Cercando di chiarire il controverso annuncio della richiesta di 5 miliardi di dollari all’FMI da parte del governo bolivariano, Faría ha spiegato che la richiesta è stata attivata perché il paese rimane membro di questa organizzazione multilaterale e il 4 marzo il direttore Kristalina Georgieva ha offerto un finanziamento globale di 50 miliardi di dollari ai paesi con problemi economici per combattere Covid 19.

 

«Tali risorse provengono da un programma di finanziamento chiamato Rapid Financing Instrument, IFR, che non è legato al condizionamento esercitato dal FMI e attraverso il quale costringe le nazioni ad applicare le già note politiche draconiane in cambio di prestiti», ha aggiunto facendo ulteriore chiarezza Jesús Faría. 

 

Ha assicurato che il governo ha deciso di richiedere l'accesso a queste risorse perché il blocco ha notevolmente indebolito l'economia e pone il paese in condizioni di grande vulnerabilità economica per combattere la pandemia e i suoi effetti.

 

«Una delle condizioni per la concessione di finanziamenti IFR è il crollo dei prezzi delle materie prime e con esso il reddito esterno delle economie, che attualmente sta accadendo drammaticamente con il petrolio». 

 

Faría ha avvertito che il Venezuela non ha altra opzione per il finanziamento esterno, perché il blocco impedisce l'accesso ai mercati finanziari internazionali.

 

«La richiesta fatta dal nostro governo deve essere approvata da una commissione tecnica dell’FMI e quindi dal suo consiglio, dove gli Stati Uniti hanno il potere di veto a causa della loro partecipazione azionaria. Lì il vero impegno dell'FMI sarà verificato con l'annuncio dell'uso di quelle risorse al servizio dei popoli che le richiedono e se gli Stati Uniti eserciteranno tale veto, verrà nuovamente evidenziato l'atteggiamento criminale del governo Donald Trump - sottolinea l'economista. È un'eccellente opportunità per dimostrare al mondo il crimine che gli Stati Uniti commettono con il blocco».  

 

 

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