Se si bombarda l’esercito di Damasco si favorisce solo il Terrore, quello che forse oggi ha fatto strage a Stoccolma

Se si bombarda l’esercito di Damasco si favorisce solo il Terrore, quello che forse oggi ha fatto strage a Stoccolma

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Piccole Note

Ancora da capire la dinamica dell’attentato a Stoccolma, dove un camion rubato è stato lanciato a bomba contro la folla, provocando almeno tre morti e una decina di feriti. Dalle ricostruzioni pare che un agente del terrore lo abbia sottratto al legittimo autista per poi usarlo per i suoi scopi omicidi.
 
Dopo la strage, l’attentatore si è dileguato tra la folla. Non si è trattato quindi di un kamikaze, come d’uso per i delitti di questo tipo, ma di un agente ben preparato, che al contrario di quanto consigliano i manuali del terrore, non ha finito il suo lavoro uscendo dalla vettura per lanciarsi sui passanti con un’arma (come accaduto nel recente attentato di Londra).
 
L’agente in questione ha invece conservato il sangue freddo e si è dileguato, come accaduto per l’attentato avvenuto in Germania al mercatino di Natale.
 
Forse è un caso, forse no che l’attentato a Stoccolma sia avvenuto subito dopo il lancio di missili americani contro obiettivi siriani (e russi). Primo intervento diretto, almeno esplicito, dell’America nella guerra che oppone Assad ai suoi antagonisti.
 
Possibile che il Terrore, come in altri attentati similari, voglia favorire un intervento militare occidentale in Siria, accompagnando e favorendo la spinta che in tal senso giunge dall’America. Un intervento che giocoforza farebbe fuori Assad e creerebbe ulteriore destabilizzazione in Siria.
 
Già, perché la destabilizzazione costituisce un terreno fertile per il Terrore, che trae alimento dal caos. Non per nulla i Paesi dove ha maggiormente attecchito sono Afghanistan, Iraq, Libia e Siria; esattamente gli Stati che sono stati interessati dalle guerre neocon dell’ultimo quindicennio.
 
Ma al di là della coincidenza temporale tra l’attentato e i raid americani su Assad, magari casuali, val la pena ripetere che le truppe di Damasco sono oggettivamente, e al di là di ogni ragionevole dubbio, un argine al dilagare del Terrore in Siria e altrove.
 
Non c’è alternativa in Siria, come invece narra certa propaganda occidentale. Non esistono tre fazioni: le forze di Damasco, i ribelli e i terroristi.
 
Come sanno tutti, le milizie dei cosiddetti ribelli operano in coordinato disposto con quelle terroriste dell’Isis e di al Nusra.
 
Se si bombarda l’esercito di Damasco o si sostengono le cosiddette milizie ribelli, si favorisce solo il dilagare del Terrore, quello che oggi ha fatto strage a Stoccolma.
 
Non ci dilunghiamo sul tema. Ci limitiamo a riportare il testo dell’appello di una campagna lanciata dalla Christian Solidarity International, autorevole organismo internazionale con sede a Zurigo ma attivo in diverse zone del mondo.
 
La campagna ha un titolo inequivocabile: Nessuna arma ai terroristi.

E ha trovato alcuni sostenitori bipartisan nella Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti e, al Senato, l’adesione del senatore Rand Paul. Di seguito l’appello riportato sul sito ufficiale della ong.
 
«Nessuno mette in dubbio la complessità delle sfide in tema di sicurezza che gli Stati Uniti stanno affrontando in Medio Oriente e nel resto del mondo. Tuttavia, i promotori della campagna Nessuna Arma ai Terroristi ritengono che in nessun caso si può considerare un’opzione legittima o un uso valido dei dollari provenienti dalle tasse degli americani, finanziare e armare al-Qaeda e altri gruppi che il governo degli Stati Uniti sa bene essere terroristi o collaboratori degli stessi».
 
«Questo problema è particolarmente evidente in Siria, dove negli ultimi sei anni di conflitto i soldi delle tasse degli americani sono stati utilizzati, direttamente o indirettamente, tramite gli alleati degli Stati Uniti, per armare gruppi terroristi jihadisti, nel tentativo di rovesciare una classe dirigente laica e pluralista per sostituirla con un’altra, a supremazia sunnita, basata sulla sharia […]».
 
«Ciò ha contribuito alla carneficina in corso in Siria (e nelle zone limitrofe, in particolare in Iraq), in particolare di persone e comunità non in linea con il programma ideologico dei terroristi: alawiti, cristiani, drusi, curdi e sciiti, yazidi e sunniti moderati».
 
«Armare i terroristi in Siria e altrove contribuisce al genocidio in corso dei cristiani e delle altre minoranze religiose in Medio Oriente, promuove la violenza contro le donne, provoca la migrazione di massa dalla Siria verso gli Stati limitrofi e l’Occidente, ed accresce la minaccia terroristica in America e in Europa».
 
Un appello che, dopo l’attacco alla base aerea siriana da parte degli Stati Uniti e l’attentato di Stoccolma suona più urgente che mai.

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