Siria: l'attacco missilistico a Latakia e le richieste statunitensi su Idlib

Siria: l'attacco missilistico a Latakia e le richieste statunitensi su Idlib

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Qualche settimana addietro, una delegazione governativa Usa ha raggiunto la capitale siriana Damasco, insieme a Brett McGuire, responsabile Usa in Siria e Giordania, per incontrare alcuni esponenti di spicco del governo sirano. Le richieste avanzate dagli alti funzionari statunitensi, per permettere alla Siria di riavere Idlib, Raqqa e Deyr al Zour, erano: gestione dei pozzi tramite ditte USA. Veniva richiesto il ritiro delle truppe iraniane, ed hezbollah dal territorio siriano. Le proposte sono state giudicate inaccettabili dai responsabili siriani. Stesse pretese, riguardo agli appalti, sono arrivate dal governo francese, impegnato a sua volta a destabilizzare la Libia. Il tentativo di riprendere Idlib, da parte del governo siriano, ha di fatto scatenato la reazione occidentale, tramite la propaganda che ogni giorno viene somministrata all’opinione pubblica tramite il mainstream. “La complessità del dossier Idlib legata alla molteplicità delle interferenze regionali e internazionali, ai conflitti di interesse tra i belligeranti e all'escalation dei combattimenti raggiunge una nuova dimensione in relazione alle organizzazioni armate sul terreno; queste ultime stanno considerando la loro integrazione in organizzazioni meglio dotate di mezzi militari e materiali, come il Fronte di Liberazione Nazionale [al-jabhat al-watania lil'tahrir] sostenuto dalla Turchia, il Fronte al-Nusra e l'Organizzazione dei guardiani della religione [Tanzim Hurras al-Dine] tutti ideologicamente legati ad Al Qaeda” (Mohammad Nader al-Oumari).

Per supportare il progetto occidentale, nei giorni scorsi ad Idbil capitale di Al-Nusra, entrano nell’enclave controllata dai terroristi i network informativi Sky English e la CNN, per riprendere la dimostrazione pubblica contro il governo. Gli slogan utilizzati dai
“ribelli moderati”, recitavano: “Ascoltate miscredenti (cristiani e Alawiti), siamo un popolo che beve il sangue! Mohamad sarà sempre il nostro leader. Allah Akbar”.





Nella sfilata, appaiono le immagini del terrorista che ha ucciso l’ambasciatore della Russia in Turchia, per rafforzare l’impegno contro l’operazione di liberazione di Idlib. Chi ama la giustizia, la libertà e la pace, non può appoggiare simili richieste e provocazioni.



Questa è la libertà, la democrazia che si vuole importare in Siria? Nel frattempo, gli alleati annunciano esercitazioni navali nel Mediterraneo, con la partecipazione di diversi paesi. Il mainstream, megafono dei potenti, rivela ed appoggia le minacce di bombardamenti in caso di attacco chimico, rivendicando prove del loro presunto utilizzo ad Idbil da parte dell’esercito siriano.

A Sochi, l’incontro tra Putin ed Erdogan, produce un accordo nel breve periodo che prevede la riapertura al pubblico della Latakia-Aleppo e della Hama-Aleppo, e nel lungo periodo il disarmo dei ribelli, con il placet del Governo di Damasco. L’attacco è motivato da politiche intimidatorie, contro il governo di Damasco, per non aver accettato le condizioni dettate dagli USA, per porre fine al conflitto.

Il ministero della Difesa Russo ha dichiarato: "Lunedì sera quattro Jet F-16 Israeliani hanno attaccato Latakia arrivando dal Mediterraneo. I jet israeliani sono arrivati a bassa altitudine creando una situazione di pericolo per altri aerei nell'area. I piloti Israeliani hanno usato l'aereo Il-20 Russo come copertura, facendolo apparire come target alle forze Siriane di difesa aerea. Il Il-20 che ha una sezione radar molto più grande degli F-16 è stato abbattuto da un missile del sistema S-200 Siriano. Il ministero della difesa Russo ha sottolineato come Israele fosse a conoscenza dell'aereo Russo presente nell'area, ma ciò non ha fermato la provocazione Israeliana. Israele ha anche fallito nell'avvisare Mosca dell'attacco, notificandoli solo un minuto prima dell'attacco, non lasciando tempo all'aereo Russo di spostarsi dall'area. La Federazione Russa si riserva di rispondere nei tempi e nei modi che preferisce”. Il tutto nel silenzio complice dei media.


 

Don Salvatore Lazzara

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