Siria, Netanyahu chiede a Pompeo di riconoscere la sovranità di Israele sulle alture del Golan
Lo sviluppo arriva pochi giorni dopo che il senatore statunitense Lindsey Graham promise a Benjamin Netanyahu che avrebbe spinto gli Stati Uniti a riconoscere formalmente la sovranità di Israele sulle alture del Golan, appartenenti alla Siria, che furono occupate durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967.
Durante una conferenza stampa congiunta con il Segretario di Stato USA Mike Pompeo a Gerusalemme, ieri, il primo ministro del regime israeliano Benjamin Netanyahu ha colto l'occasione per chiedere alla comunità internazionale di riconoscere le alture del Golan come parte di Israele.
"Proprio la scorsa settimana abbiamo scoperto gli sforzi di Hezbollah, per costruire una rete militare in Siria, sulle alture del Golan. Tutti voi potete immaginare cosa sarebbe successo se Israele non fosse stato nel Golan: avremmo avuto l'Iran sulle rive del Mare di Galilea. Penso, per questo motivo, e molti altri, che sia ora che la comunità internazionale riconosca la permanenza di Israele sul Golan e il fatto che il Golan rimarrà sempre parte dello Stato di Israele ", ha detto Netanyahu.
PM Netanyahu: "It’s time that the international community recognizes Israel’s stay in the Golan, the fact that the Golan will always remain part of the State of Israel."
— PM of Israel (@IsraeliPM) 20 marzo 2019
Il primo ministro del regime israeliano ha poi elogiato Pompeo per essere un "straordinario campione" dell'alleanza USA-Israele, ed ha espresso gratitudine al segretario di stato e al presidente Donald Trump per i loro sforzi volti a sostenere la partnership trasferendo l'ambasciata a Gerusalemme.
I thank the United States for taking the moral and necessary steps to protect the citizens of both our countries against this outrageous distortion of international law. Israel has no greater friend than the United States, and the United States has no greater friend than Israel. pic.twitter.com/tmBWH4u9tB
— PM of Israel (@IsraeliPM) 20 marzo 2019
Pompeo, a sua volta, ha risposto alle sue osservazioni dicendo che "Israele ha un posto speciale" nel suo cuore.
Today, @SecPompeo delivered remarks with #Israel's Prime Minister @netanyahu in Jerusalem. @usembassyjlm pic.twitter.com/JVZHTBSEo2
— Department of State (@StateDept) 20 marzo 2019
Solo una settimana fa, il Dipartimento di Stato USA ha definito le alture del Golan "controllate da Israele" anziché "occupate da Israele" nel suo rapporto sui diritti umani del 2018 su Israele, il Golan, la Cisgiordania e Gaza. Il riferimento è venuto in contrasto con le relazioni precedenti come un segno del crescente sostegno di Washington per Israele.
La scorsa settimana, il senatore statunitense Lindsey Graham ha promesso a Netanyahu che le alture del Golan dovrebbero rimanere il territorio di Israele e che avrebbe spinto gli Stati Uniti a riconoscerlo formalmente. La sua offerta è arrivata un mese dopo che i senatori repubblicani Ted Cruz e Tom Cotton, insieme al rappresentante Mike Gallagher, hanno introdotto una risoluzione per "garantire che Israele mantenga il controllo delle alture del Golan".
Inoltre, l'anno scorso gli Stati Uniti si sono opposti a una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha dichiarato la decisione di Israele di estendere la sua legislazione sul Golan come nulla, e ha esortato Tel Aviv a porre fine all'occupazione dell'area contestata.
Le alture del Golan furono occupate ai danni della vicina Siria da Israele in seguito alla Guerra dei Sei Giorni del 1967, ma fu solo nel 1981 che Israele approvò formalmente la legislazione che annetteva la regione.
Il provvedimento non ha ottenuto il sostegno internazionale ed è stata definita dalle Nazioni Unite illegale, con gli Stati Uniti che si rifiutano di riconoscere la mossa.
Reagendo alla condanna, Netanyahu ha ripetutamente sottolineato che Israele non avrebbe accettato di soddisfare le richieste della Siria di ritirarsi ai confini del 1967, perché erano "indifendibili". Il primo ministro ha anche sottolineato che le alture del Golan "rimarranno nelle mani di Israele per sempre".