Soros sull'accordo Merkel con Ungheria e Polonia

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Il compromesso con Polonia e Ungheria sul Recovery Found, il finanziere George Soros l'ha definito una resa tedesca. Non sfugge la definizione data a questi due stati, descritti come "membri canaglia", una terminologia che ricorda quella degli USA per giustificare le loro guerre a partire dall'11 Settembre.

Per Soros, cittadino statunitense di origine ungherese che finanzia le cause della "società aperta" in tutto il mondo, questo accordo costituisce "il peggiore di tutti i mondi possibili", ed equivale ad una "resa" della cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo un editoriale che ha scitto per Project Syndicate pubblicato giovedì scorso.

La Merkel "ha ceduto alle estorsioni ungheresi e polacche" , ha scritto Soros, incolpando personalmente la cancelliera per l'esito dei colloqui. Lei è "uno dei principali responsabili delle decisioni dell'UE", ha sostenuto, con il presidente francese Emmanuel Macron "temporaneamente distratto dalla questione laicita", come Soros ha descritto eufemisticamente i problemi del paese con il terrorismo islamista.

La Polonia e l'Ungheria stanno “sfidando sfacciatamente i valori su cui è stata costruita l'Unione Europea”, ha lamentato Soros.

Pur etichettando il governo della legge e della giustizia polacca (PiS) "illiberale", gran parte del suo articolo caustico Soros lo ha riservato al premier ungherese Viktor Orban, il cui "regime cleptocratico", secondo lui "ha rubato e sottratto indebitamente ingenti somme durante il suo decennio al potere".

Il governo di Orban ha contrastato le ONG, le università e altri progetti di Soros in Ungheria negli ultimi dieci anni. Il finanziere si è rivolto a Bruxelles per chiedere aiuto e in ottobre la Corte di giustizia europea ha cercato di annullare la riforma dell'istruzione ungherese che ha costretto Soros a trasferire la sua università dell'Europa centrale in Austria.

Budapest ha reagito accusando l'UE di "eseguire il Piano Soros" con le sue condizioni di bilancio, e tentando di "ricattare e fare pressione sugli stati membri dissenzienti per mettersi in riga" , ha scritto il mese scorso il portavoce del governo Zoltan Kovacs.

Soros ha concluso il suo editoriale dichiarando che tutto ciò che può fare è "esprimere l'indignazione morale che devono provare le persone che credevano nell'UE come protettrice dei valori europei e universali". Affermazione tantomeno paradossale, visti i miliardi di dollari a sua disposizione per influenzare i legislatori e finanziare media e gruppi di pressione.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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