Standard Chartered: La recessione degli Stati Uniti è "la più grande preoccupazione" nella guerra commerciale tra Washington e Pechino
Mentre infuria la guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo, la probabilità di una recessione negli Stati Uniti è ora "la più grande preoccupazione", secondo Clive McDonnell responsabile della direzione strategica della Standard Chartered Private Bank.
Il potenziale di tale recessione nei prossimi 12 mesi è aumentato dal 25 "fino al 40 percento", secondo McDonnell. Il responsabile della strategia azionaria di Standard Chartered ha dichiarato, in un'intervista alla CNBC, che sta dicendo ai clienti di considerare l'ipotesi di investire i loro soldi in oro in mezzo all'incertezza crescente.
"L'oro è stato un genere di attività che per molti, molti anni ... abbiamo evitato", ha detto. "Ma il mese scorso, abbiamo portato l'oro in cima alle preferenze per riflettere che ... aumento dell'ansia, aumento dell'incertezza."
McDonnel ha poi spiegato: "Non sarei sorpreso se - e sottolineo se - gli Stati Uniti scivolassero in una recessione che vedremmo ... oltre $ 2000 sul prezzo dell'oro".
Secondo McDonnell, "In un ambiente in cui ... tutte le attività al di fuori dei Treasury statunitensi ... si indebolirebbero ... l'oro sarebbe ... un asset che potrebbe rivalutarsi ulteriormente".
Il prezzo dell'oro è salito alle stelle raggiungendo punte massime da sei anni a questa parte mentre gli investitori in preda al panico cercano un rifugio sicuro per i loro beni nel caso in cui Washington possa intensificare la furiosa guerra commerciale USA-Cina.
Oggi, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che i paesi inizieranno i negoziati commerciali a breve poiché Pechino si è offerta di tornare a negoziare un accordo. L'annuncio ha seguito gli avvertimenti di Trump che avrebbe aumentato i dazi esistenti su $ 250 miliardi di prodotti cinesi al 30% dal 25% del 1° ottobre. Ha anche aggiunti che i dazi aggiuntivi su altri $ 300 miliardi di merci cinesi, che entreranno in vigore il 1 settembre, ora passeranno al 15 percento anziché il 10 percento.
La Cina in precedenza aveva promesso di aumentare i prelievi sulle esportazioni statunitensi per un valore di 75 miliardi di dollari e di introdurre i dazi del 25 percento sulle automobili americane.
"L'effetto aggravante dell'aumento continuo in termini di tariffe sta sicuramente aumentando il rischio che gli Stati Uniti scivolino nella recessione", ha affermato McDonnell. "Penso che sia una vera preoccupazione per i mercati ora."