TAP, PENALI SI' PENALI NO. FUORI LE CARTE. DEI DANNI PER LUCRO CESSANTE SI SAPEVA DA SEMPRE

TAP, PENALI SI' PENALI NO. FUORI LE CARTE. DEI DANNI PER LUCRO CESSANTE SI SAPEVA DA SEMPRE

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In merito agli ultimi sviluppi della viceda Tap, proponiamo la precisa ricostruzione realizzata dal Coordinamento Nazionale No Triv


27 ottobre - ore 16:57 - Di Maio: "Nelle carte 20 mld penali. Lette carte ora che sono ministro, M5S non le hanno mai viste".


27 ottobre - ore 18:42 - Calenda: "Non esistono penali. Ex ministro, sta prendendo in giro i suoi elettori. Si dimetta".


Il risarcimento danni era da mettere comunque in conto. Nel Trattato, inoltre, il Consorzio Tap è definito "Investitore" e, quindi, i suoi interessi sono oggetto di tutela così come stabilito nel Trattato sulla Carta dell'Energia (Energy Charter Treaty), siglato nel 1994 e ratificato dall'Italia nel 1997:


https://gspi.unipr.it/sites/st26/files/allegatiparagrafo/24-04-2015/12-_trattato_italo-greco-albanese.pdf


Leggiamo all'art. 3, comma 2, del Trattato approvato dal Parlamento il 13 febbraio 2013: "Partecipanti al Progetto devono essere considerati quali "Investitori" ai fini dell'articolo 1 del Trattato sulla Carta dell'Energia e del Progetto e di tutti gli aspetti di esso, e ogni interesse che possono avere in qualsiasi accordo relativo al Progetto, deve essere considerato un "Investimento" nel Territorio della relativa Parte ai fini dell'articolo 1, del Trattato sulla Carta dell'Energia" (caso "Ombrina Mare" docet).


Carta dell'Energia a parte, il progetto è stato autorizzato (tutela del principio del legittimo affidamento). Il Ministro Costa non ha rilevato irregolarità per la parte ambientale. In merito ai numerosi esposti presentati, si esprimerà ovviamente la Magistratura.
 

Ciò significa che da tempo è noto a tutti che Tap avrebbe potuto chiedere il risarcimento dei danni in caso di revoca dell'appalto, appellandosi alla Carta dell'Energia e facendo ricorso ad un arbitrato internazionale.


CAPITOLO PENALI
In relazione alle eventuali penali che la Repubblica Italiana avrebbe dovuto versare al Consorzio Tap, a "certificare" l'assenza di penali è stato il Direttore Generale Gilberto Dialuce, in una nota ufficiale del 15 luglio 2017 indirizzata alla Senatrice Daniela Donno del M5S.


"L'art 5 dell'Accordo - scrive Dialuce- prevedeva la sottoscrizione solo da parte della Repubblica di Albania e della Repubblica di Grecia ... Non era previsto nessun accordo HGA per l'Italia e quindi NON esiste nessun HGA firmato dall'Italia né è previsto sia siglato in futuro". 


A quali "carte" mai viste prima fa riferimento Di Maio? Ha scoperto un accordo "segreto" non previsto nell'Accordo approvato il 13 febbraio 2013 oppure è tutta "fuffa"?


Quanto ai 20 miliardi di euro da pagare, è da mesi che assistiamo al balletto delle cifre: 8 secondo il Ministro Moavero; 15 secondo il Mise (eravamo in agosto) ed ora Di Maio/Conte con i loro 20 miliardi.


Questa danza macabra rende poco credibili le esternazioni del Ministro e del Presidente del Consiglio. 


Dei danni per lucro cessante da pagare al Consorzio Tap si è sempre saputo. Non è una novità per nessuno, compresi quelli che su  "no Tap" hanno costruito le loro fortune elettorali. 


Quanto alle presunte penali, il  Coordinamento Nazionale No Triv si associa alla richiesta del Movimento No Tap: fuori le " segrete carte" o dimissioni!

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