USA: "Alcune truppe potrebbero rimanere in Siria". E Bolton minaccia Damasco "con una forte risposta" su uso armi chimiche
Il Consigliere per la Sicurezza USA, John Bolton è arrivato in Israele per discutere sui futuri scenari della regione, principalmente, l'ossessione della presenza iraniana in Siria. Intanto, emergono dettagli sul quello che si prefigura sempre meno come un ritiro 'assoluto', delle truppe statunitensi dal paese arabo.
Era fin troppo ingenuo pensare che con l'annuncio di Trump, Gli USA mettessero fine per sempre alla loro presenza in Siria. Presto o tardi è arrivata una conferma che le cose sarebbero andate in un altro modo. A tal proposito la NBC News, citando in forma anonima un funzionario di Washington, rivela che "alcune truppe statunitensi potrebbero rimanere nel sud della Siria per un periodo di tempo indeterminato, anche se le forze americane si ritireranno nei prossimi mesi dalla parte settentrionale del paese."
"Gli Stati Uniti non hanno un calendario per l'ordine di Trump su un completo ritiro delle truppe ma crede che le restanti sacche dell'ISIS in Siria possano essere eliminate in poche settimane", ha aggiunto l'alto funzionario dell'amministrazione, che era in viaggio con il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton in un viaggio mirato a chiarire la nuova politica per gli alleati degli USA, in particolare, Israele e Turchia.
Alcune delle truppe statunitensi che lasciano la Siria saranno mandate in Iraq, ha precisato il funzionario.
Nell'articolo del media statunitense si sottolinea che "mantenere una presenza americana ad Al Tanf (Siria centrale confine Giordania e Iraq NDT) nonostante la promessa di Trump di un completo ritiro dalla Siria potrebbe rassicurare gli israeliani. Potrebbe anche inviare un segnale all'Iran."
Intanto, poco prima di arrivare a Tel Aviv Bolton ha lanciato una minaccia contro Damasco.
"Non vi è assolutamente alcun cambiamento nella posizione degli Stati Uniti contro l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano e non c'è assolutamente alcun cambiamento nella nostra posizione secondo cui qualsiasi uso di armi chimiche dovrà affrontare una risposta molto dura, proprio come abbiamo fatto già due volte prima", ha avvertito Bolton.
Bolton ha ricordato che Washington riterrà il presidente siriano Bashar al Assad, responsabile di qualsiasi attacco legato alle armi chimiche. "Mentre elaboriamo il modo in cui il ritiro e le circostanze si verificheranno, non vogliamo che il regime di Al Assad veda ciò che facciamo come una rappresentazione che la nostra opposizione all'uso delle armi di distruzione di massa è diminuita minimamente", ha spiegato Bolton all'agenzia Reuters.
Le minacce di Bolton sembrano essere il solito refrain statunitense per trovare un pretesto per attaccare la Siria. Quando si fanno allusioni del genere non sono mai casuali, se gli USA vogliono scatenare la guerra contro la Siria il pretesto sarà sempre trovato.
Il sogno americano, dell'Occidente, di rovesciare Assad non è mai finito e non finirà. Sarà solo momentaneamente interrotto.