Un Parlamentare britannico accusa la Russia di aver "probabilmente" manipolato il voto sulla Brexit
Per primi gli Stati Uniti hanno accusato hacker russi per l'inattesa sconfitta di Hillary Clinton - un racconto che continua con le crociate incessanti del WaPo e del NYT contro le "notizie false".
Poi è stato il turno della Germania che, per non sbagliarsi e anticipare subito l'esito delle prossime elezioni, ha preventivamente accusato la Russia di una potenziale sconfitta di Angela Merkel alle prossime elezioni - l'agenzia di intelligence interna della Germania sta segnalando un "notevole aumento" di campagne di propaganda e disinformazione russe, volte a destabilizzare la società tedesca, e attacchi informatici mirati contro i partiti politici.
Ora, è il turno del Regno Unito, in modo retroattivo.
Secondo un ex membro laburista del Parlamento, gli hacker russi hanno "probabilmente" indirizzato il voto referendario a favore della Brexit. Perché - come è fin troppo chiaro ormai - quando il risultato elettorale è contrario a quello atteso dall'establishment si ha bisogno di un capro espiatorio e la colpa è dei russi.
Come riporta SkyNews ,Ben Bradshaw che ha fatto campagna per il Remain ha messo in discussione la validità del risultato di giugno, sostenendo che le persone hanno sottovalutato la portata della guerra informatica dal presidente russo Vladimir Putin. Non è esattamente chiaro come Putin possa aver "hackerato" il Regno Unito, o milioni di persone che hanno votato per Brexit, ma magari nel Regno Unito usciranno quelle prove che negli Stati Uniti e in Germania nessuno ha tirato fuori.
La stupefacente affermazione del deputato britannica è avvenuta quando nella Camera inglese era in corso il dibattito di emergenza sugli ultimi sviluppi ad Aleppo.
Per fortuna, a differenza degli Stati Uniti, all'affermazione della Bradshaw è stato data poca attenzione dal portavoce del primo ministro Theresa May, che ha solo risposto: ". Io non ho alcuna prova che la guerra informatica russa sia stata utilizzata per influenzare il referendum".
Purtroppo, negli Stati Uniti, in Germania e per quel che riguarda il timido e maldestro tentativo italiano, dove la quantità di "prove" è la stessa, questa teoria complottista è di gran moda...