Armi all'Ucraina, il Parlamento torni sovrano e basta delega in bianco al Governo - La proposta

Armi all'Ucraina, il Parlamento torni sovrano e basta delega in bianco al Governo - La proposta

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Con un voto di fiducia molto criticato, il Parlamento ha conferito, da aprile, al governo Draghi una delega in bianco totale sull’invio di armi all’Ucraina. Delega che allontana inesorabilmente il raggiungimento di un compromesso di pace in terre martoriate da 8 lunghi anni di guerra.

E' noto come da aprile e con diversi decreti con liste secretate, armi italiane siano confluite ai battaglioni ucraini, perlopiù di estrema destra se non dichiaratamente e apertamente nazisti, che - da 8 anni - colpiscono ripetutamente le popolazioni civili russofone del Donbass. Dal 24 febbraio, con l’intervento russo, le forze in campo si sono ribaltate e la Nato ha deciso di scendere in campo, allargando il conflitto a scenari potenzialmente apocalittici.

Con i colleghi francesi e tedeschi, oggi Draghi si trova a Kiev e - grazie a quella delega in bianco - potrebbe prendere nuovi e gravi impegni di co-belligeranza per l'Italia, nonostante il parere contrario più volte manifestato dalla maggioranza netta della popolazione italiana.

I massacri di queste ore contro la popolazione di Donetsk aumentano il senso dell’urgenza di porre un freno all'invio delle armi incondizionata.

Ed è proprio per questo che va nella giusta direzione la lettera, inviata a tutti i deputati e senatori, del presidente del nuovo gruppo al Senato CAL, Mattia Crucioli. Si invitano, in particolare, tutte le forze politiche a scrivere insieme una nuova risoluzione che tolga questa delega in bianco prima delle comunicazioni di Draghi del 21 giugno prossimo, mettendo definitivamente in un angolo chi, a parole, si è pronunciato contro l'invio delle armi dopo averlo votato.

 

Questo il testo della lettera Lettera aperta.

 

Gentili Senatori e Deputati,

la prossima settimana il presidente del Consiglio terrà nelle aule parlamentari le consuete Comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 giugno alle quali farà seguito il voto di una risoluzione.

L’approvazione del “Decreto Ucraina” assegna al Governo una sorta di “delega in bianco” all’invio di armi fino al 31 dicembre 2022. Dall’entrata in vigore del decreto si è perso ogni controllo del parlamento sulla quantità e sul tipo di armamenti italiani giunti a Kiev.

Negli ultimi giorni arrivano sempre più notizie di bombardamenti ucraini che provocano morti e feriti civili nel Donbass, con proiettili da 155 mm che potrebbero avere provenienza italiana.

L’invito che rivolgo ai rappresentanti dei gruppi, ai leader dei partiti e dei movimenti, ai parlamentari tutti, è quello di scrivere e votare assieme un documento che annulli il disposto del “Decreto Ucraina” restituendo immediatamente al parlamento l’opportunità di decidere su eventuali nuove forniture di armi ad un paese in guerra.

L’invito è rivolto soprattutto ai leader politici che da diverso tempo si esprimono contro l’ulteriore invio di armi in un teatro di guerra. Sono certo, cari colleghi, che vi sia chiaro come questa opzione restituirebbe al parlamento la necessaria centralità sulle decisioni politiche.

Vi invio cordiali saluti

Mattia Crucioli

 

Per chi, in particolare Conte e Salvini, ha, dopo averlo votato, criticato a parole l’invio secretato delle armi a Kiev - che ha reso il nostro paese co-belligerante contro una potenza nucleare - il tempo delle parole è finito.

Se non verrà accolto questo invito prima del 21 giugno - giorno delle comunicazioni di Draghi - le parole pronunciate fino ad oggi saranno, per l’ennesima volta, ipocrita propaganda.

Se il Movimento 5 Stelle e la Lega (ne hanno i numeri) non toglieranno la delega in bianco che i loro partiti hanno conferito al governo Draghi sulle armi in Ucraina, avranno dato l’ennesima dimostrazione di essere quei patetici Quisling mascherati da San Francesco che fungono da utili idioti di chi, come il Pd, almeno non nasconde la sua cieca e incondizionata fedeltà alle politiche guerrafondaie della Nato.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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