Christopher Black: "Le menzogne che la NATO sta portando avanti rendono possibile un'operazione false flag"

Christopher Black: "Le menzogne che la NATO sta portando avanti rendono possibile un'operazione false flag"

L'AntiDiplomatico intervista il noto giurista internazionale. Anche con Trump la lotta per le risorse continuerà. E nel sistema capitalista questo porta alla guerra"

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Christopher Black è uno dei giuristi penali internazionali più noti al mondo. Sul conflitto in Rwanda e su quello nella ex Jugoslavia negli anni '90, in particolare, Black ha dimostrato davanti i tribunali ad hoc la loro illegittimità dal punto di vista della Carta delle Nazioni Unite e il loro essere meri strumenti di guerra degli Stati Uniti d'America.  In relazione, in particolare, alla guerra in Rwanda, Black ha portato in tribunale prove non confutabili di come il Fronte patriottico rwandese avesse condotto una guerra d'aggressione per conto degli Stati Uniti e del Regno Unito attraverso l'Uganda. 

Insieme a diversi altri giuristi, Black ha criticato pubblicamente l'arresto di Slobodan Miloševic da parte del Tribunale dell'Aja, sostenendo come fossero, al contrario, i leader della Nato che si sarebbero dovuti sedere davanti ad un tribunale per crimini di guerra. Con il Pofessor Michael Mandel e ad altri giuristi, Black ha presentato una serie di accuse formali di crimini di guerra contro tutti i leader dell'Alleanza Atlantica dopo i bombardamenti del 1999.  
 
C. Black è oggi una delle voci più autorevoli nel commentare la politica internazionale. La sua libertà, indipendenza e le sue idee lo rendono, tuttavia, del tutto sconosciuto in un paese che si crede libero come l'Italia, anche se scrive articoli in modo costante su Toronto Star, Globe and Mail, Canadian Dimension, Counterpunch, Global Research, New Eastern Outlook, Z Magazine, Mediterranean Quarterly, Monthly Review, Izvestia, Politika, Sanders Research e rilascia interviste periodiche a BBC, CBC, Radio Havana, RT, Sputnik, Toronto Star, Junge Welt, Times of India...etc.

Noi de l'AntiDiplomatico abbiamo avuto il privilegio di porgli alcune domande sul futuro del mondo dopo l'"effetto Trump".


INTERVISTA


La vittoria di Trump nelle elezioni dell'8 novembre vengono descritte come un punto di non ritorno. Secondo diversi analisti, la vittoria di Trump ha addirittura reso Angela Merkel “il leader del  mondo libero”. Si tratta di un cambiamento così radicale per il futuro del mondo? 

"Queste affermazioni sono fatte da persone che non comprendono la dinamica del sistema capitalista e dell'imperialismo nord-americano che sono in uno stato di crisi, perché sconfitti in Iraq e ora anche in Siria. Il tutto mentre la sua economia non si è totalmente ripresa dalla depressione del 2008. Gli otto anni di presidenza democratica che ha promesso la speranza e il cambiamento si sono trasformati in più guerra e più miseria economica per molte persone, più violenza nel paese, e più repressione statale. Ora spetta al Partito repubblicano che ha dato il via alle guerre di Iraq, Afghanistan e in generale alla "guerra perpetua al terrorismo" post 11 settembre, lo strumento per creare in modo perpetuo la paura tra le persone per mantenere il loro controllo.
Trump proseguirà in questo trend. La Cancelliera Merkel non può essere il leader del mondo, dato che il suo paese è ancora occupato dai militari nord-americani. Fino a quando gli Usa continueranno a dominare l'Europa, ogni speranza di un continente indipendente è pia illusione. Gli analisti che affermano che sia lei oggi "il leader del mondo libero" fanno finta di non sapere che oggi l'Europa non è "il mondo" e che i leader di Cina e Russia hanno oggi più influenza in America Latina, Asia e Africa rispetto alla Germania.




Le elezioni statunitensi sono state uno dei momenti più bui per contenuti e persone proposte nella storia del paese. La sfida tra Clinton e Trump ha fatto sollevare la questione della necessità di un terzo partito che dia democraticità ad un sistema sempre più in crisi. E' d'accordo?


Per me il momento più buio della storia del paese è stato l'assassino del Presidente Kennedy nel colpo di stato del 1963 e le cose sono sempre andate di male in peggio. Non c'è da allora reale dibattito politico nel paese. Nulla è cambiato in questa elezione. Ad esempio la sfida tra Gore e Bush è stata anch'essa cruenta nei toni e probabilmente ci fu un broglio per favorire Bush. Lo spettacolo tra i due candidati in questa semi-democrazia è stata terribile, ma non è insolito per l'elezione americana.


Che messaggio hanno voluto mandare i cittadini statunitensi con il voto a Trump?

Il solo messaggio dalla popolazione nord-americana è che ormai i cittadini sono bloccati in un trappola da cui non possono più scappare. La trappola è un sistema ad un partito in cui l'elite al governo controllata dal capitale finanziario ed industriale è diviso in due fazioni: votare nella speranza che Trump possa portare quel cambiamento che Obama promise dimostra che la popolazione Usa non ha idea delle forze profonde in gioco nel sistema capitalista e sono contenti di litigare tra loro piuttosto che organizzarsi per cambiarlo. Ci sono molte ragioni per questa mancanza di consapevolezza da parte dei mass media di propaganda e del sistema educativo: la dipendenza storica americana nell'individuo, invece che nella comunità, ad esempio, come aveva notato Tcoqueville.


In Europa si bolla il fenomeno Trump come “populismo” e lo si associa a tutti coloro che dal continente criticano le misure d'austerità imposte dall'Unione Europea o che criticano le Nato. Cosa pensa del concetto di populismo e dell'utilizzo che ne viene fatto oggi dai media mainstream occidentali?

Trump può essere classificato come un demagogo populista che ha utilizzato la sofferenza della classe dei lavoratori molto bene. Ma non è un populismo che promette nulla nella riduzione dell'austerità. E' in perfetta linea con il resto dei neo-liberali e le destre che vogliono continuare a drenare il profitto. Il populismo che i media pompano in relazione all'ascesa dell'estrema destra. C'è molta poca copertura da parte dei media dei movimenti reali di sinistra che cercano un cambiamento. Essenzialmente i media cercano di convincere le persone che la sola alternativa ai loro problemi non sia il socialismo ma il fascismo.



Quali saranno i cambiamenti che Trump imporrà all'interno: i diritti civili, già ampiamente limitati dall'11 settembre, subiranno pesanti conseguenze?


Si, la situazione è già pessima e può solo peggiorare sotto la presidenza Trump. L'utilizzo del razzismo e la xenofobia per dividere la classe lavoratrice accelererà l'uso della repressione di stato e così come, molto probabilmente, le libertà civili verranno ulteriormente restritte.



In politica estera, Donald Trump ha promesso un miglioramento delle relazioni con la Russia. Che impatto avrà la vittoria di Trump sul futuro delle relazioni in Siria e Ucraina? Sempre in campagna elettorale, Trump ha avuto parole di fuoco contro la Cina. Crede che realmente arriverà ad uno scontro frontale con Pechino, ad esempio sulla questione del mar cinese meridionale? E in uno scontro commerciale uscirebbero vincitori gli Stati Uniti?


Possiamo sperare per il meglio da questo punto di vista, ma Trump una volta ha fatto un commento chiaro a proposito: avrebbe avuto tutta l'internzione di cooperare con la Russia, fino al giorno che la Russia avrebbe fatto quello che gli veniva detto.
Dato che Mosca ha chiaramente mostrato di voler utilizzare il suo potere per proteggere il suo alleato Siria e ha rifiutato di essere maggiormente coinvolta in Ucraina, gli americani possono cercare di lavorare con la Russia per cercare un compromesso per un periodo mentre gli Usa consolidano le forze. Il fatto che le sanzioni alla Russia verranno rinnovate e che gli Usa vogliono l'accesso e il controllo sulle vaste risorse russe non mi rende ottimista sulla restaurazione di normali relazioni tra i due paesi. Proprio recentemente abbiamo visto alla BBC delle dichiarazioni scioccanti secondo cui la Russia avrebbe attaccato i paesi baltici prima dell'insediamento di Trump. Queste sono menzogne che la NATO sta portando avanti da almeno un anno e che indicano che ci possiamo aspettare un'operazione false flag per provocare maggior ostilità con la Russia.
Questi piani strategici sono stati sviluppati da diversi anni e l'arrivo di Trump sulla scena non li bloccherà di certo. La situazione rimane estremamente pericolosa.



Sempre in campagna elettorale, Trump ha avuto parole di fuoco contro la Cina. Crede che realmente arriverà ad uno scontro frontale con Pechino, ad esempio sulla questione del mar cinese meridionale? E in uno scontro commerciale uscirebbero vincitori gli Stati Uniti?

Non ho le competenze per poter giudicare le capacità della Cina di affrontare un conflitto di mercato e finanziario con gli Usa. Stanno vendendo pesantemente sui mercati i bond statunitensi, il che indica che qualcosa sta iniziando su queste linee, ma il rischio di un confronto militare si sta aggravando.



Quale sarà l'impatto della presidenza Trump sul futuro delle relazioni con i paesi dell'America Latina?

E' un reazionario della destra statunitense che ancora crede che il suo paese dovrebbe dominare il mondo. Include l'America Latina che può aspettarsi gli stessi tentativi di supporto delle destre nella regione contro le forze progressiste.

 

In considerazione anche della Brexit, ci stiamo muovendo verso un ritorno ad un maggior ruolo degli stati nazionali rispetto agli organismi sovranazionali che dominano la globalizzazione?


Ho visto il voto sulla Brexit come una protesta della classe dei lavoratori britannici ad un'agenda neo-liberale che non ha fatto nulla per loro ma solo per arricchire ancora di più i ricchi. Non è stato il rifiuto dell'Europa ma di una struttura sovranazionale che ha lavorato contro gli operi europei. Sono sicuro che un'Europa socialista sarebbe qualcosa che i lavoratori britannici vorrebbero aderire.



Qual è il suo giudizio sull'eredità di Obama e verrà ricordato come l'ultimo leader della globalizzazione?

E' meglio chiedere ad un americano sull'eredità di Obama. Per quel che riguarda la globalizzazione tutto quello che ci possiamo aspettare è una spinta ancora più forte da parte degli americani per stabilire le condizioni di mercato anche più favorevoli per loro. La globalizzazione è esistita per diversi secoli nel senso che il mercato tra le nazioni è sempre esisitito. Ma la capacità del capitale di muoversi così facilmente intorno al mondo per conquistare mercati e la capacità di vendere i prodotti realizzati a basso costo in un paese ad un prezzo più alto in un altro , ma la lotta per i mercati e per le risorse continueranno e nel sistema capitalista questo porta alla guerra.


Alessandro Bianchi

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