Cina: marxismo creativo invece del marxismo dogmatico

Cina: marxismo creativo invece del marxismo dogmatico

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di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

Spesso nel mondo occidentale, dopo la morte di Marx ed Engels, il socialismo scientifico ha purtroppo assunto la forma generale di un marxismo dogmatico, vedendo con notevole sospetto persino il processo di innovazione teorica corrispondente ai fatti concreti e alla dinamica di sviluppo anche all'inizio del terzo millennio.

In un suo importante discorso del 30 giugno 2023 proprio il compagno Xi Jinping, segretario generale del partito comunista cinese (PCC), ha posto invece al suo giusto e prioritario posto la praxis dell'"innovazione teorica" come "motivo fondamentale" per i successi ormai bisecolari riportati dal PCC dal luglio del 1921, data della sua fondazione.

Xi Jinping ha innanzitutto ribadito che proprio questo tema "è la solenne responsabilità storica dei comunisti cinesi di oggi. 

Per l’occasione, Xi Jinping ha rilevato che guardando indietro alla secolare storia di lotta del Partito, il motivo fondamentale per cui il PCC ha potuto ottenere risultati importanti nei vari periodi storici di rivoluzione, costruzione e riforme risiede nel fatto che il Partito abbia padroneggiato la teoria scientifica del marxismo e promosso costantemente l’innovazione teorica in combinazione con nuove realtà, raggiungendo importanti risultati teorici, quali il pensiero di Mao Zedong, la teoria di Deng Xiaoping, l’importante pensiero dei “Tre Rappresentanti”, la prospettiva scientifica sullo sviluppo e il pensiero del socialismo con caratteristiche cinesi nella nuova era. Questo ha dato così al marxismo una forte vitalità in Cina, permettendo a sé stesso di afferrare la potente forza della verità.

Xi Jinping ha sottolineato che la ragione per cui il marxismo ha esercitato un’influenza di vasta portata consiste nel fatto che rilevi la verità dello sviluppo della società umana con profonde teorie accademiche e dimostri la natura scientifica della sua teoria con un sistema completo. Lo sviluppo del pensiero socialista con caratteristiche cinesi nella nuova era è un processo di continuo arricchimento, espansione, sistematizzazione e scientificazione. La ricerca teorica marxista e i progetti relativi di costruzione devono continuare ad approfondire la ricerca teorica e l’interpretazione, concentrandosi sulla ricerca e sull’interpretazione dei risultati teorici delle nuove idee e delle nuove conclusioni avanzate dal nostro Partito, cogliendo il rapporto interno tra di loro, educando e guidando l’intero Partito e l’intero Paese nell’imparare e nel comprendere meglio il sistema teorico del pensiero socialista con caratteristiche cinesi nella nuova era.

Inoltre, Xi Jinping ha sottolineato l’importanza di assorbire la saggezza dell’innovazione teorica dalla creazione della popolazione”.[1]

La decisiva questione della continua creatività non riguarda del resto solo la teoria-pratica dei comunisti cinesi e dell'intero pianeta, ma anche il variegato e meraviglioso universo della tecnoscienza.

In un nostro saggio dedicato al pensiero di Xi Jinping come marxismo del Ventunesimo secolo, infatti, si era già notato che ancora nel giugno del 2014 Xi Jinping esaltò “l’enorme potenziale della scienza e della tecnologia come principale forza produttiva”.[2]

Una volta attestata e accertata, mediante il processo di analisi di una pratica sociale ormai plurisecolare, la veridicità di tale tesi, essa determina come suo corollario inevitabile la centralità dell’inventiva e delle novità anche nella dinamica di sviluppo del lavoro cognitivo di matrice tecnoscientifica, applicato alla sfera economica: dunque emerge la realtà concreta della fantasia al potere se e quando essa si cristallizza e oggettivizza con successo in risultati reali e scoperte concrete, e proprio in un contesto particolare come quello cinese egemonizzato prevalentemente dal settore pubblico.

Creatività e comunismo: un binomio purtroppo messo in sordina dal marxismo almeno dopo i geniali Manoscritti economico-filosofici del 1844, mentre invece il concetto di inventiva tecnoscientifica ha assunto un ruolo centrale all’interno del marxismo cinese all’inizio del Ventunesimo secolo.

In un suo discorso del maggio 2018 Xi Jinping aveva innanzitutto descritto la nuova e contemporanea “innovazione globale in campo tecnologico e scientifico” che aveva preso piede con “un’intensità e vitalità senza precedenti”, rappresentando “un balzo di tigre” che non temeva confronti con i salti di qualità raggiunti nei quattro secoli passati.[3]

Oltre a presentare i campi principali della superrivoluzione tecnoscientifica ormai avviatasi all’alba del terzo millennio, quali ad esempio “intelligenza artificiale, scienza dell’informazione quantistica, telecomunicazioni mobili, l’Internet delle cose”, il segretario del partito comunista cinese aveva aggiunto che la nuova interconnessione di scoperte “sta rimodellando la struttura economica globale” e che, quindi, tale rivoluzione doveva essere inserita in una “visione globale”.[4]

In tale nuova visione proprio la creatività e “l’innovazione” di matrice tecnoscientifica assumono il ruolo di principale “forza guida” e di primaria forza motrice su scala mondiale, mentre il nucleo principale di tale processo di sviluppo viene rappresentato a giudizio del partito comunista cinese “dall’industria informatica”: ossia un ulteriore elemento di innovazione teorica e spunto di riflessione per i marxisti di tutto il mondo, che rendeva inoltre vitale il compito politico-sociale di promuovere una “profonda integrazione” tra “Internet, big data e l’intelligenza artificiale con l’economia reale, al fine di rendere l’economia digitale più grande e forte”.[5]

In questo entusiasmante scenario, che avrebbe sicuramente alimentato un’enorme e legittima curiosità in un Karl Marx che, ancora nel 1856, valutava le scoperte tecnoscientifiche di quel tempo come più pericolose per l’egemonia della borghesia degli stessi rivoluzionari della metà dell’Ottocento, il prioritario livello di innovazione tecnoscientifico secondo Xi Jinping deve essere stimolato e incentivato con tutte le misure possibili: anche accettando a tale scopo “un tasso di fallimento elevato, come 9 su 10” durante le nuove ricerche avente per oggetto il “lavoro universale”, termine usato da Marx per indicare l’insieme delle innovazioni e delle scoperte acquisite via via dal genere umano fin dai suoi albori.[6]

Xi Jinping indicò altresì come il socialismo con caratteristiche cinesi dovesse diventare “una superpotenza mondiale” in campo tecnoscientifico anche “osando prendere una strada su cui nessuno aveva viaggiato, sforzandosi di realizzare un controllo indipendente delle tecnologie chiave e decisive”: coraggio e inventiva diventano dunque centrali nelle linee-guida del partito comunista cinese, in notevole sintonia con l’affermazione del biofisico S. Klein secondo cui “se la specie umana è diventata quella dominante sulla Terra, non è stato per il trionfo dell’intelligenza, quanto invece della fantasia” incarnatasi via via in oggetti, pietre lavorate, tizzoni di fuoco, lance e così via.[7]

Creatività richiama comunque spesso creatività: spunta adesso il problema della forza motrice di ultima istanza della storia, la questione del "primum movens" della trasformazione del genere umano. Tutti i marxisti concordano infatti sulla centralità, seppur declinata e descritta in modi diversi, del processo di sviluppo qualitativo delle forze produttive sociali: ma tale innegabile dinamica non sorge dal nulla e "non cade dal cielo" , e tale semplice dato di fatto produce a nostro avviso tre livelli di conoscenza, collegati ma distinti tra loro.

1) Dietro il processo di sviluppo delle forze produttive sociali, si ritrova facilmente, come causa prioritaria, l'insieme delle scoperte umane di natura scientifica e tecnologica, alias il lavoro universale di marxiana memoria del terzo libro del Capitale.

2) Ma la storia non finisce qui, perché dietro il lavoro universale spunta inevitabilmente, come sua forza motrice essenziale, la creatività oggettivizzata (nei chopper, nel fuoco domesticato, nei teoremi scientifici, nei robot ecc.) della nostra specie.

3) Nuovo livello di approfondimento: dietro la creatività oggettivizzata si scopre, come potenza determinante di ultima istanza, il genio collettivo umano. Genio collettivo inteso come genio collettivo dei morti – generazioni che ci hanno preceduto – e il genio (anonimo, fino al 2600 a.C. e al medico-architetto egiziano Imhotep) dei vivi, supportato quest’ultimo dalla combinazione di fattori importanti quali l'ininterrotta e costante pratica produttiva dell’homo sapiens, lo stimolo di scoperte altrui e l'utilizzo della casualità”.[8]

Si trova dunque molta carne al fuoco a disposizione del marxismo antidogmatico e creativo, anche del mondo occidente.

[1] "Xi Jinping chiede maggiori risultati nell'innovazione teorica del partito", 1 luglio 2023, in italian.cri.cn

[2] “Xi Jinping on innovation, entrepreneurship and creativity”, marzo 2019, in bjreview.com

[3] “Xi Jinping: strike to become the world’s primary center for science and high ground for innovation”, 18 marzo 2021, in digichina.stanford.edu

[4] “Xi Jinping: strike to become…”, op. cit.

[5] “Xi Jinping: strike to become…”, op. cit.; S. Klein, “Come cambiare il mondo”, p. 17, ed. Bollati Boringhieri

[6] K. Marx, “Il Capitale”, libro terzo, cap. quinto

[7] Op. cit.

[8] D.Burgio, M. Leoni e R. Sidoli, "Xi. Il pensiero di Xi Jinping come marxismo del XXI secolo, pp. 18-19-20, ladedizioni.it

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