Cina. Verso la normalizzazione dei rapporti con la Corea del Sud
La Cina ha intenzione di ristabilire normali relazioni diplomatiche con la Corea del Sud, ha dichiarato il presidente Xi Jinping in un incontro con l’inviato speciale del governo sudcoreano Lee Hae-chan, presente a Pechino per una visita di tre giorni a partire da giovedì 18 maggio 2017.
I rapporti tra i due Paesi sono ad un punto di svolta, ha affermato il presidente cinese, poiché è necessario un rafforzamento in questo momento di crisi e tensione tra le due Coree.
Le due parti dovrebbero consolidare la reciproca fiducia politica e gestire le divergenze sulla base di comprensione e rispetto, in modo da portare i rapporti tra Cina e Repubblica di Corea su un binario di normalità, ha detto Xi.
Il presidente Xi ha sottolineato che la Cina rimane convinta della necessità di de-nuclearizzare la penisola coreana, mantenendo una situazione di pace e stabilità e risolvendo eventuali problemi attraverso il dialogo e la negoziazione, in linea con gli interessi di Cina, Repubblica di Corea e dell'intera regione.
Il consigliere di Stato cinese Yang Jiechi, che ha incontrato il sudcoreano Lee oggi, ha esortato la Repubblica di Sud Corea a tenere conto delle principali preoccupazioni della Cina e a gestire correttamente la questione del dispiegamento del sistema di difesa missilistica THAAD nella Penisola, affermando che esso costituisce una minaccia per la sicurezza della Cina e non apporta alcun miglioramento nell’alleviare le tensioni tra le due Coree.
Ieri anche il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha scambiato opinioni con Lee circa il THAAD, e ha esortato la nuova amministrazione sudcoreana a "rimuovere gli ostacoli" che impediscono buone relazioni bilaterali.
Figura importante nell’entourage politico del nuovo presidente liberale del Repubblica di Corea, Moon Jae-in, entrato in carica il 10 maggio scorso, Lee è tra i quattro inviati speciali che condurranno una "diplomazia preventiva" con Cina, Stati Uniti, Giappone e Unione Europea. "Il fatto che il presidente sudcoreano Moon abbia incaricato il suo inviato speciale Lee di visitare per prima la Cina dimostra l'importanza che il nuovo governo sudcoreano attribuisce ai rapporti con la Cina”, ha detto la portavoce del Ministro degli Esteri di Pechino Hua Chunying, in una conferenza-stampa tenuta ieri.
All'inizio di quest'anno la Repubblica sudcoreana - quindi non sotto la presidenza di Moon - ha avviato il dispiegamento del sistema missilistico di difesa THAAD che Washington sostiene essere necessari per assicurare la difesa dalle minacce missilistiche della Repubblica di Pyongyang.
Il dispiegamento del sisstema THAAD ha generato numerose proteste in Sud Corea e portato ad un'opposizione decisa da parte di Pechino, che lo ritiene una minaccia diretta alla propria sovranità e sicurezza.
Tuttavia, la recente elezione del presidente Moon, un liberale favorevole al dialogo e allo sviluppo di proficui rapporti bilaterali piuttosto che al confronto diretto muscolare o alla politica delle sanzioni verso la Repubblica del Nord, porta elementi di novità e distensione sia nella risoluzione della questione “THAAD” sia per quanto riguarda il rafforzamento dei rapporti diplomatici tra Corea del Sud e Cina continentale.
Lo stesso Moon ha già dichiarato la sua intenzione, a condizioni possibili, di fare visita ai “cugini” della Corea del Nord, da cui li divide un contenzioso storico, politico e militare che data dai tempi della “Guerra di Corea” degli anni ‘50.
La nuova presidenza sudcoreana, che potrebbe trovare in ciò una sintonia con l’amministrazione Trump, potrebbe giocare un ruolo di equilibrio tra i vari attori geopolitici della zona, considerata sia la sua posizione geografica sia la necessità, indiretta, di intavolare un dialogo tra le due superpotenze presenti nell’area, e cioè la Cina, presente ‘in loco’, e gli Stati Uniti, ‘presenti’ invece attraverso i suoi alleati regionali di Giappone e, appunto, Corea del Sud.
È di questi giorni infatti la notizia che il dispiegamento di un sistema missilistico da parte di Pechino su una sua isola nel Mar Cinese Meridionale ha suscitato le proteste di Taiwan e Stati Uniti, che mal digeriscono l’espansionismo cinese, neppure sul proprio territorio.
Giuseppe Dibello
Fonte: CGTN