Cisgiordania. Le dimissioni del premier del'Autorità Palestinese, Salam Fayyad
Le dimissioni di Fayyad complica la ripresa dei colloqui di pace con Israele?
L’11 aprile, il primo ministro dell’Autorità Palestinese Salam Fayyad ha presentato le proprie dimissioni al presidente Mahmoud Abbas, evidenziando la spaccatura interna alla leadership palestinese in Cisgiordania in un momento in cui gli Stati Uniti stanno cercando di rilanciare i colloqui di pace, in stallo dal 2010, con Israele. Il 13 aprile, il presidente Abbas ha accettato le dimissioni di Fayyad, chiedendogli di conservare l’incarico fino alla nomina di un nuovo governo. L’offerta di dimissioni è l’ultimo atto di un dissidio circa la politica economica del governo tra funzionari di al-Fatah, fazione palestinese che amministra la Cisgiordania, e Fayyad, tecnocrate senza alcune affiliazione partitica. Nel corso dell’ultimo anno, più volte Fayyad è stato sul punto di rassegnare le dimissioni, puntualmente ritrattate dietro pressioni europee e americane, arrivate, senza esito, anche in quest’ultima occasione.
La rottura definitiva tra Fayyad e Abbas si è consumata lo scorso 2 marzo sulle dimissioni del ministro del Tesoro, Nabil Qassis, accettate da Fayyad nonostante il parere contrario di Abbas
Fayyad paga la crisi economica che sta affliggendo la Cisgiordania dove l’aumento del costo della vita e della disoccupazione si è accompagnato ad una flessione nell’erogazione degli aiuti internazionali e al blocco dei trasferimenti dei fondi fiscali che Israele raccoglie per conto dell'Autorità Palestinese come rappresaglia per il riconoscimento della Palestina come Stato non membro osservatore permanente delle Nazioni Unite. Il risultato è stato un forte malcontento popolare sfociato in violente manifestazioni indirizzate contro il governo Fayyad.