"Dossier russi contro Macron"... il Corriere della Sera e il "continuare a fare bene il proprio mestiere"
Proprio nel giorno in cui Luciano Fontana rivendica la professionalità e la deontologia del giornale che dirige con questa frase: “La migliore risposta che un giornale come il Corriere può dare è continuare a fare bene il proprio mestiere. Ovvero: informare con scrupolo e obiettività i lettori, senza pregiudizi e senza distinguere tra presunti amici e nemici”.
Proprio nel giorno in cui Fontana risponde in questo modo agli attacchi che riceve dal “blog di Beppe Grillo ed esponenti, più o meno di rilievo, del Movimento Cinque Stelle”, il giornale che dirige scrive in pompa magna un articolo dal titolo “Francia: la minaccia dei dossier russi sulla candidatura di Macron”.
Il filone è noto e come AntiDiplomatico ve lo abbiamo denunciato per primi. In questa ondata di Maccartismo 2.0, quelle corporazioni mediatiche che non controllano più l’opinione pubblica attraverso le loro menzogne, vorrebbero oggi farvi credere che un esercito di hacker russi e una spietata cyber-propaganda (guidata da Russia Today e Sputnik) minaccia la “democrazia” occidentale. Dopo aver influenzato e fatto vincere Trump negli Stati Uniti, la teoria complottista vorrebbe ora un piano già in atto per condizionare le elezioni in Germania, Francia (e molto presto diranno anche in Italia).
Angela Merkel già si è organizzata con una legge di censura preventiva in Germania. Ora è il turno della Francia, con la “propaganda russa” che punta dritto contro Macron perché l’unico, secondo gli arguti analisti del Corriere della Sera, a poter sfidare realmente Marine Le Pen per la vittoria finale. Dopo una stoccata anche a Wikileaks – “Julian Assange, sempre più utile agli interessi russi, ha rilasciato al giornale moscovita” – la conclusione del Corriere della Sera è che c’è un dossieraggio russo pronto ad uscire che rivelerebbe una doppia vita omosessuale di Macron.
In realtà, si prepara il terreno per poter dire “Macron non ha vinto per colpa dei russi”. Non perché in Francia come nel resto d’Europa, una cieca e folle politica d’austerità - che Macron incarna più di tutti - ha messo in discussione diritti, Welfare e Costituzioni. No, per i complottisti mainstream, lo slogan “ha stato Putin” spiega tutto.
Non lo cita, ma il giornale diretto di Fontana non è l’autore dello "scoop". La "notizia", il giornale di Fontana l’ha tradotta dal Washington Post, di proprietà di Amazon e punto di riferimento della Cia, nonché autore di quella lista bufala di proscrizione di siti internet di cui l'AntiDiplomatico vi ha spesso parlato responsabile di quella caccia alle streghe negli Stati Uniti, apri pista poi di quella in Europa. Non è affatto un caso che il nuovo articolo bufala del WP (ripreso dal Corriere) sia in parallelo con l’annuncio di Le Monde di ieri che sette corporazioni mediatiche francesi abbiano raggiunto un accordo con Facebook per il controllo preventivo delle “fake news”. Siamo alla censura preventiva anche se i termini con cui vengono presentati sono diversi.
E quindi, domanda che rivolgiamo, al direttore Fontana: dando adito a chi vuole mettere il bavaglio alla rete e alla libertà d’espressione con notizie tra il complottismo e la fantascienza che offendono l’intelligenza di milioni di elettori statunitensi, tedeschi, francesi e presto italiani, il Corriere della Sera " fa bene il proprio mestiere"?
Alessandro Bianchi