Emir Sader: "Perché il Brasile è l'anello debole del neo-liberismo in America Latina"

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Emir Sader: "Perché il Brasile è l'anello debole del neo-liberismo in America Latina"

di Emir Sader* | da alainet.org

Traduzione di Marx21.it

L'America Latina era diventata l'anello più debole della dominazione neoliberista su scala mondiale. Avendo sofferto, in modo particolare, i cambiamenti nel mondo, è stato nel continente che sono sorti governi antiliberali.

Dopo oltre un decennio di progressi in controtendenza rispetto all'ordine neoliberista che regna nel mondo, riducendo le disuguaglianze, superando la recessione economica, sviluppando importanti iniziative di integrazione regionale, questi governi hanno subito brutali offensive della destra con il proposito di frenarli. Tali offensive hanno ottenuto successi in alcuni paesi – Argentina e Brasile – senza, peraltro, realizzare ciò che avevano promesso: recuperare la crescita economica, combattere la povertà, diminuire la disoccupazione. Al contrario, la situazione sociale in Argentina e in Brasile è molto peggiore di quella vissuta da questi paesi prima del ritorno dei governi di destra.


Nel nuovo scenario della regione, il Brasile si presenta come l'anello più debole della catena neoliberista nel continente. La combinazione dei diversi volti con cui la destra ha riconquistato il governo in questo paese fa si che qui si registrino le lotte più importanti della regione.

Contrariamente all'Argentina, in Brasile la destra ha recuperato il governo non mediante elezioni – in cui è stata sconfitta quattro volte, di seguito –, ma attraverso un golpe parlamentare-giudiziario-mediatico. Il nuovo presidente e il suo governo non hanno alcuna legittimità istituzionale, ancor più quando mettono in pratica il programma sconfitto alle elezioni, compresa l'ultima, nel 2014.

Il livello di sostegno di cui Temer “gode” - 3% - rappresenta la mancanza di popolarità di questo programma, dopo che il Brasile aveva sperimentato il miglior periodo della sua storia nella lotta alla disuguaglianza sociale, nel riscatto dell'autostima dei brasiliani, nella proiezione interna e internazionale di Lula come il più grande leader politico del paese.

La rottura è avvertita come brutale dalla gente, che manifesta questo sentimento nel sostegno a Lula, che supera il 40%. La sinistra non è divisa, anche con alcuni settori che pur non manifestando appoggio a Lula, riconoscono in lui il grande dirigente che può riscattare la democrazia, lo sviluppo economico e la giustizia sociale.

Mentre la destra non ha un candidato, il suo partito tradizionale, il PSDB, paga un prezzo elevato per avere sostenuto il golpe e il governo di Temer. La destra sta cercando nomi esterni alla politica, ma ciò che le manca è un discorso che ne marchi la distanza da Temer, per poter disporre di qualche candidato con una certa popolarità. L'unico che gode di un certo sostegno – Bolsonaro – è di estrema destra, e ciò favorirebbe solo la vittoria di Lula.

Per tutti questi fattori, il Brasile è oggi l'anello più debole della catena neoliberista in America Latina. Il futuro del Brasile si deciderà nei prossimi 12 mesi o anche prima. O la destra, in un modo o nell'altro, si consolida in Brasile e, si consolida, allo stesso tempo, la svolta conservatrice nella regione. O Lula o il candidato da lui appoggiato vincerà e il Brasile riprenderà la precedente direzione politica ed economica, con le relative conseguenze in America Latina.

La presenza di un governo estremamente debole e di una candidatura forte come quella di Lula è ciò che fa si che il conflitto in Brasile sia decisivo per il futuro del paese e di tutta l'America Latina.

Lula sta puntando sulle carovane, che sono diventate un grande strumento di mobilitazione popolare e per la formulazione del programma di riscatto del paese. Quanto più è attaccato dai media e da settori del Potere Giudiziario, più aumenta la popolarità di Lula. Nel caso che sia lui il candidato, ha grandi possibilità di vincere al primo turno. E' possibile che gli impediscano di essere candidato alla presidenza. In tal caso, Lula indicherà un candidato al Partito dei Lavoratori (PT), trasformandosi nel suo grande elettore. In ogni caso, il rafforzamento del nome di Lula è il rafforzamento del progetto  che egli ha rappresentato e continua a rappresentare per il Brasile.


* Emir Sader, sociologo e scienziato della politica brasiliano, è coordinatore del Laboratorio delle Politiche Pubbliche dell'Università Statale di Rio de Janeiro (UERJ).

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