Fulvio Scaglione - Non è per Gerusalemme, ma contro Teheran (e i sauditi mollano i palestinesi)

4320
Fulvio Scaglione - Non è per Gerusalemme, ma contro Teheran (e i sauditi mollano i palestinesi)


di Fulvio Scaglione* - Babylon


Come volevasi dimostrare. Le petromonarchie del Golfo Persico, prima fra tutte l’Arabia Saudita, hanno mollato i palestinesi. La loro priorità è opporsi al dilagare dell’influenza dell’Iran e quindi, dovendo scegliere tra una causa persa come quella palestinese e la collaborazione con Israele, che divide con loro la preoccupazione per l’azione di Teheran, non hanno dubbi: scelgono Israele e nemmeno la questione di Gerusalemme cambia il loro obiettivo di fondo.



 

Il riavvicinamento monarchie sunnite-Stato ebraico è in corso da tempo ma i tumulti per lo spostamento dell’ambasciata americana, con relativo riconoscimento di fatto dell’annessione israeliana di Gerusalemme Est, hanno messo il timbro sul processo. La rappresentazione plastica si è avuta a Istanbul, dove i leader del mondo arabo mediorientale hanno risposto, il 13 dicembre, alla chiamata di Recep Tayyp Erdo?an per manifestare lo sdegno nei confronti della mossa di Trump.
 

Erdo?an lo aveva detto subito e lo ha ripetuto al vertice: «Gerusalemme è la nostra linea rossa, non rinunceremo mai ad avere una Palestina libera e indipendente». Ad applaudirlo, a Istanbul, c’erano ovviamente il leader palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen), il re di Giordania Abdallah II, il segretario dell’Organizzazione per la cooperazione islamica Yousef Al-Othaimeen, il presidente dell’Iran Hassan Rouhani, l’emiro del Qatar Tamin bin Hamad al-Thani e tanti altri.
 

Stridevano, al confronto, le delegazioni di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein, presenti con ministri di secondo piano o addirittura con funzionari. Un modo come un altro per dismettere la questione Gerusalemme e disconoscere l’evidente ambizione di Erdo?an, aspirante paladino del mondo islamico mediorientale.
 

Stiamo quindi assistendo a un radicale cambio di paradigma in Medio Oriente, le cui conseguenze sono difficili da prevedere. Molto dipenderà, d’ora in avanti, dalla solidità di nervi e dalla lungimiranza della dirigenza iraniana. È chiaro, infatti, che americani e sauditi cercano la rivincita rispetto alla sconfitta (più politica che militare) subita in Siria, dove il presidente Bashar al-Assad è rimasto al potere e il progetto di inserire un’entità sunnita (Isis o altro) nel cuore della Mezzaluna Fertile sciita è clamorosamente fallito. Hanno i mezzi e la volontà per ottenerla. E se davvero la vorranno non potrà che passare per un drastico ridimensionamento delle ambizioni dell’Iran.
 

Il paradosso è che la crisi infinita del Medio Oriente ha dimostrato una sola cosa: nessun Paese, oggi, può davvero aspirare a una leadership regionale. Non l’Arabia Saudita con i suoi petrodollari, non la Turchia con il suo enorme esercito, non l’Iran con la dedizione del suo popolo. Ed è proprio questo il fattore su cui fanno leva le potenze esterne, come gli Usa e la Russia, per far avanzare i propri interessi.
 

*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La resa (incondizionata) di Trump di Loretta Napoleoni La resa (incondizionata) di Trump

La resa (incondizionata) di Trump

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte) di Giuseppe Masala Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

Il Teatro delle Ombre arriva a Teheran (seconda parte)

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi di Michelangelo Severgnini E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

E’ cupo per l‘Italia il cielo sopra Bengasi

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale   Una finestra aperta Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

Medio Oriente: scelta tra caos e riequilibrio internazionale

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran di Francesco Santoianni "Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

"Un semplice incidente" e le (solite) fake news contro l'Iran

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano di Francesco Erspamer  L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

L'intrinseca debolezza dell'Impero americano

Quando il tennis oscura un genocidio di Paolo Desogus Quando il tennis oscura un genocidio

Quando il tennis oscura un genocidio

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Necropolitica e Tanatopolitica di Giuseppe Giannini Necropolitica e Tanatopolitica

Necropolitica e Tanatopolitica

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

I metodi mafiosi e i servi sciocchi di Michele Blanco I metodi mafiosi e i servi sciocchi

I metodi mafiosi e i servi sciocchi

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti