Gli assassini sono tra noi
di Giorgio Cremaschi
Come una bomba è esplosa una fabbrica chimica vicino a Como, diversi operai sono feriti gravi, ci auguriamo che ce la facciano, così come speriamo che la popolazione non debba subire pestilenze. Resta il fatto che la strage di lavoro continua, in particolare nella ricca Lombardia.
Secondo l'Osservatorio indipendente di Bologna, nel solo mese di gennaio centinaia di lavoratori e lavoratrici sono stati feriti in incidenti sul lavoro e 67 sono stati uccisi. Se si aggiungono le vittime di incidenti per recarsi al lavoro, pensiamo alle tre donne morte sul treno pendolari alle porte di Milano, la cifra raddoppia. La verità è che solo la bravura di chi lavora e di chi soccorre ha impedito che morti e feriti fossero molti, molti molti di più. Tutto è saltato non ci sono più regole civili, si va al lavoro come in guerra, sperando solo di scampare al massacro. Un massacro nel nome del profitto e per colpa del crollo delle misure di sicurezza private e pubbliche. Che oramai non esistono più, perché questo esige lo sfruttamento del lavoro e questo permette un potere politico complice e venduto. Questa è vera emergenza, l'assassinio in massa degli operai. Chi ne parla tra le facce politiche che si alternano nelle tv di regime? Chi propone misure di emergenza, controlli controlli e ancora controlli sulle imprese, fino a fermarle se necessario per fermare la strage? Adesso sentiremo il solito blablabla, non tanto però, che l'emergenza è quella dei migranti mentre la sicurezza di cui si parla non è certo quella del lavoro. Così il massacro continua e si stende tra silenzi e complicità enormi.
Gli assassini sono tra noi.
PS.: i manager tedeschi condannati per la strage Tyssen Krupp di Torino vivono liberi in Germania e il governo italiano non fa nulla per far scontare loro la meritatissima galera