I fallimenti diplomatici di Macron e Scholz certificano la grave crisi dell'UE

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Mi pare di poter dire che la due giorni diplomatica di Macron si sia risolta in una catastrofe o quantomeno in un nulla di fatto. 

Ieri c'è stato il lungo vertice con Putin dove già la prossemica indicava una distanza siderale tra i due interlocutori e dove nella conferenza stampa il leader russo ha usato toni durissimi non nascondendo affatto il rischio di un conflitto armato e soprattutto rimarcando due concetti. Nessuno vincerà la guerra che potrebbe scatenarsi tra la Russia e l'Occidente e poi ha ricordato chiaramente che l'attuale élite filo occidentale di Kiev ha preso il potere con la violenza e non certo in libere elezioni. 
Nelle parole di Putin però forse c'era un piccolo spiraglio indiretto quando ha detto che qualora l'Ucraina entrasse nella Nato poi farebbe leva sull'art. 5 dello statuto dell'Alleanza Atlantica per provare a riprendersi la Crimea e conseguentemente generando il temuto conflitto diretto tra Nato e Russia. Indirettamente le parole di Putin come si capisce potevano essere lette all'incontrario: se Kiev riconoscerà che la Crimea è Russia può anche entrare nella Nato a noi non ci fregherebbe più nulla. Una condizione indiretta, ma pur sempre una condizione che apriva uno spiraglio. 


A chiudere questo spiraglio ci hanno pensato oggi gli ucraini per bocca del loro ministro degli esteri Dmytro: "cerchiamo una soluzione diplomatica, ma non cederemo su quelle che consideriamo le nostre linee rosse: nessuna concessione sulla sovranità, integrità territoriale entro i confini internazionalmente riconosciuti".

Amen, discorso chiuso, come si capisce. 

E non potrebbe essere altrimenti. Se da un lato Francia e Germania (e spero e penso anche Italia) lavorano per una soluzione diplomatica dall'altro lato anglosassoni ed est europeo lavorano per dare fuoco alle polveri.  Biden nell'incontro di oggi con il cancelliere Scholz a Washington ha fatto intendere che la Germania farà ciò che gli Usa gli diranno di fare (e personalmente non ho dubbi che sia così), compresa l'imposizione di sanzioni draconiane alla Russia e la chiusura definitiva del gasdotto North Stream 2 con tutte le conseguenze sui prezzi dell'energia che avrebbe in Europa. 

Non solo, l'ambasciatore ucraino a Londra ha dichiarato che la Uk fornirà a Kiev missili antinave per minacciare così le forze navali russe. Inoltre il governo di Varsavia ha fatto passare un provvedimento nel quale si dichiara che l'esercito polacco potrà donare qualsiasi strumento a sua disposizione e necessario all'Ucraina per la sua difesa. 
Insomma, al di là di qualche parola di circostanza, Macron (ma anche Scholz a Washington) non sono riusciti a ottenere nulla che disinneschi la situazione che altri occidentali (Usa, Uk, Polonia e baltici) tendono ad esacerbare.

Molto ci sarebbe da dire su questa evidente spaccatura intraeuropea e tra potenze occidentali che vedono da un lato anglosassoni e slavi occidentali e carolingi (Francia e Germania) dall'altro. L'unica cosa che brevemente si può dire è che la tensione esacerbata da Londra e Washington contribuisce anche a demolire l'Europa economicamente e politicamente. Mi fermo qui. 

PS Nel frattempo la costruzione del dispositivo militare russo continua e il ventilato ritiro delle truppe russe dalla Bielorussia promesso da Putin è pocopiù che fuffa, non sposta di una virgola la postura russa che anzi accumula giorno dopo giorno naviglio e armi dalla Crimea al Mar Nero fino al suo lunghissimo confine orientale con l'Ucraina. Dall'altro lato anche Kiev continua a ricevere armamenti dai falchi occidentali. Tutti si preparano al peggio. Alcuni lo vogliono altri vorrebbero impedirlo ma non ne hanno la forza.

 

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Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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