Il capo economista di Deutsche Bank: "La Bce rappresenta ormai una minaccia per la zona euro"
Nonostante i tassi di interesse negativi e i 1000 miliardi di euro di Quantitative Easing, il noto analista finanziario Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph scrive come la Bce ha di fatto esaurito le sue "munizioni" secondo i vincoli giuridici del suo mandato per contrastare una crisi dell'euro-zona sempre più in una trappola deflazionistica.
Dalla traduzione di Voci dall'estero:
Il capo economista di Deutsche Bank, David Folkerts-Landau, ha detto che la BCE ha travalicato il limite dei rendimenti decrescenti, e che essa stessa rappresenta ormai una minaccia per l’eurozona. “I banchieri centrali possono perdersi per strada. Quando questo succede, i loro errori possono rivelarsi catastrofici. Dopo 7 anni di politica monetaria sempre più accomodante, ci sono ormai sempre più evidenze che continuare a seguire i dogmi attuali mette a rischio la stabilità dell’eurozona a lungo termine”, ha dichiarato.
La rete della BCE sta esaurendo gli asset da acquistare, dal momento che può comprare solo in proporzione alla taglia di ciascuna economia, dovendo evitare l’accusa di “salvataggio” degli stati insolventi.
L’eurozona sembra ormai priva di una politica attiva. Sta semplicemente guadagnando tempo, ormai in balia di forze esterne. Il pericolo è che le prossime difficoltà a livello globale possano colpire prima che l’area valutaria sia riuscita ad uscire dall’attuale affanno e prima che abbia potuto ricostituire qualche difesa contro uno shock deflazionistico. Il signor Draghi non sarà più in grado di salvarla di nuovo.
Si tratta, conclude Pritchard, di una situazione che suggerisce come l’eurozona sia estremamente vulnerabile a qualsiasi shock esterno. La percentuale per l'Italia è del 67% ed è decisamente superiore rispetto a quando la BCE lanciò il programma di QE lo scorso anno. Si può solo pensare ad un Piano B che preveda la liberazione dei popoli dalla dittatura monetaria in corso.
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