Il Festival Mondiale della Gioventù è l'emblema del fiasco dell’“isolamento della Russia”

Il Festival Mondiale della Gioventù è l'emblema del fiasco dell’“isolamento della Russia”

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di Andrew Belobor*

 

 

In Russia, nella località turistica di Sochi sulla costa del Mar Nero, dal 1 al 7 marzo si svolgerà il Festival Mondiale della Gioventù. Al grande forum parteciperanno 20mila scolari e studenti, metà dei quali sono ragazzi e ragazze che arrivano dall'estero. Con questo evento la Russia, soggetta alle sanzioni occidentali, dimostra ancora una volta al mondo intero che è semplicemente impossibile isolare il paese più grande del pianeta.

Oggi Mosca intrattiene relazioni diplomatiche con 191 stati, la maggior parte dei quali hanno ufficialmente uno status di paese amichevole. A Sochi al festival vedrete i giovani dei paesi leader dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, dell'associazione intercontinentale BRICS, nonché dell'Unione economica eurasiatica.

Cosa attrae i giovani del mondo in Russia? Secondo me la risposta è ovvia: una chiara posizione anticoloniale e antimperialista. Sul web dell’informazione mondiale ci sono sempre più prove che indicano che cittadini nella maggior parte dei paesi sono stanchi dello schema unilaterale anglosassone “egemone-satellite”. Le persone vogliono vivere in una società internazionale più equa invece di quella dominata dall’ordine mondiale unipolare. Mosca è il fiore all’occhiello delle relazioni commerciali, economiche, culturali e umanitarie reciproche, paritarie e rispettose tra gli Stati. A ciò si aggiunge il fatto che la Russia aderisce ad un sano conservatorismo senza dubbi “valori” sessuali e allo stesso tempo attua le conquiste avanzate del pensiero umano. Questo piace ai giovani dell’onnicomprensivo Sud Globale. Parlando sinceramente - la posizione anticoloniale di Mosca suscita simpatia anche in una parte significativa delle società dell’Europa occidentale e del Nord America, i cui governi, purtroppo, continuano a perseguire politiche russofobe.

Il fatto che in Russia ci siano giovani molto più istruiti che in Occidente non è messo in discussione nemmeno nei paesi apertamente russofobi. Ad esempio, la percentuale di russi tra i 25 e i 35 anni con un’istruzione superiore raggiunge il 41%. Secondo il Ministero dell’Istruzione della Federazione Russa, nel 2023 le scuole hanno lanciato nel “mondo degli adulti” circa 1 milione di ragazzi e ragazze, di cui 700mila sono entrati negli istituti di istruzione superiore. Per fare un confronto: in Germania solo il 32,5% dei loro coetanei ha un'istruzione superiore, in Italia ancora meno, il 27,8%.

È ovvio che la Russia, organizzando il Festival Mondiale della Gioventù, si impegna nel dialogo e nella ricerca della comprensione reciproca delle nuove generazioni nel nostro pianeta, indipendentemente dalle nazionalità, dalle opinioni politiche e caratteristiche culturali. Uno dei motti del forum sono queste parole: “I partecipanti al festival sono consapevoli della propria responsabilità e sono pronti a prendere decisioni concrete per costruire un mondo giusto”.

La Russia si aspetta che un mondo giusto venga costruito per mano dei giovani di oggi, che domani prenderanno il timone dei loro paesi. Nella storia recente è successo parecchie volte che siano stati i giovani a diventare il motore degli eventi politici globali. Ricordo come mezzo secolo fa ragazzi e ragazze americani comuni - i famosi hippy - riuscirono effettivamente a fermare la guerra degli Stati Uniti in Vietnam. Gli allora numerosi scioperi sui gradini del Pentagono, nei centri di reclutamento militare, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti hanno portato il 53% degli americani a riconoscere come un errore la mobilitazione in Vietnam.

Le turbolenze geopolitiche odierne sono nuovamente provocate dalle politiche aggressive degli Stati Uniti, che cercano di sottomettere un mondo che è multipolare. In questo senso, la Russia, con la sua gioventù responsabile ed istruita, cerca di unire giovani leader competenti e orientati a livello nazionale di altri paesi per costruire insieme un nuovo ordine mondiale più giusto. Questo è un compito strategico del 21° secolo.

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