"Il mistero del Premier Palace": chi era Denis Voronenkov?

 "Il mistero del Premier Palace": chi era Denis Voronenkov?

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di Danilo Della Valle
 

Il mistero del Premier Palace. Non si tratta di un titolo di un libro giallo ma di un caso spy-thriller che da ieri sta impegnando, e ahinoi appassionando, diverse persone nel mondo della politica internazionale.

Il caso è quello dell'agguato mortale avvenuto ieri a Kiev, all'uscita dell'albergo di lusso Premier Palace, ai danni di Denis Voronenkov, ex deputato del Kprf alla Duma di Stato. Secondo le prime ricostruzioni l'ex colonnello dei servizi ed ex deputato è stato freddato all'uscita dall'albergo dove alloggiava con 3 colpi di arma da fuoco sparati da distanza ravvicinata. Da qui poi è scatenata una sparatoria che ha visto coinvolto il killer e la guardia del corpo di Voronenkov. Il risultato è stato di due morti, Voronenkov sul colpo e l'assassino dopo poco, ed un ferito, la guardia del corpo. Tuttavia un alone di mistero avvolge questo omicidio, nonostante sembri che molti opinionisti già abbiano deciso a chi dare la colpa, in preda al solito attacco di russofobia preventiva.



Noi ovviamente non siamo in grado di sapere o decidere chi è stato il mandante, possiamo solo raccontare chi era Voronenkov e di cosa si occupava, il lettore poi si farà una propria idea. Denis Voronenkov, ex colonnello dei servizi russi, è stato deputato del Kprf (il Partito Comunista della Federazione Russa), il primo partito di opposizione alla Duma di Stato. La sua candidatura comunque aveva innescato tante polemiche interne al Partito durante, gli furono mosse accuse forti riguardo il conseguimento dei voti utili a candidarsi e farsi eleggere.

Nel 2014 era stato accusato di frode su larga scala e di falsificazione sistematica del registro dello Stato delle persone giuridiche, secondo gli investigatori nel 2011 l'ex deputato, tramite numerosi raggiri, si sarebbe appropriato di un edificio in pieno centro a Mosca per un valore di 5 milioni di dollari continuando poi ad intrattenere rapporti poco chiari con organizzazioni losche con le quali sembra avesse fatto operazioni di riciclaggio. Con questa accusa la Commissione d'inchiesta aveva chiesto alla Duma di privarlo dell'immunità parlamentare. Infine l'ordine di arresto internazionale ordinato dalla corte Basmanny di Mosca.

L'ex deputato era balzato agli onori delle cronache dopo una sua apparizione in tv nella quale accusava la Russia di Putin di esser come la Germania nazista e criticava il governo reo, a suo avviso, di aver accettato l'esito referendario crimeano senza aver calcolato bene i rischi cui andava incontro (tuttavia agli atti il suo voto alla Duma fu a favore dell'accettazione dell'esito referendario in Crimea). Dopo questa intervista il Kprf aveva annunciato il ricorso al comitato centrale del Partito per proporre e decidere dell'espulsione del deputato. Espulsione poi avvenuta, come dichiarato dal vice Presidente del Kprf Ivan Melnikov ad Interfax, per incompatibilità con lo statuto del Kprf, quindi senza la riunione del CC, quando Denis Voronenkov ha rinunciato alla cittadinanza russa e, con moglie al seguito, dopo che in Ottobre aveva deciso di trasferirsi a Kiev aveva anche deciso di diventare cittadino ucraino (Per esser membro del Partito Comunista Russo, per statuto è necessario esser cittadino della Federazione Russa). Una volta a Kiev Voronenkov aveva iniziato a collaborare con le autorità locali come testimone nel processo per alto tradimento avviato nei confronti dell'ex Presidente ucraino Viktor Yanukovich. Un ruolo importante nella vita di Denis Voronenkov lo svolgeva la moglie Maria Maksakova, famosa cantante lirica nonché anch'essa deputata alla Duma di Stato con il partito di governo Russia Unita. Il matrimonio tra i due avvenuto nel 2015 pare non fosse andato molto giù all'ex marito di lei, Vladimir Tyurin, uomo di affari conosciuto anche come uomo influente nella malavita organizzata russa e spesso arrestato, sia in patria che all'estero, per reati finanziari. Secondo l'entourage della ex moglie Maria Maksakova, come riporta una intervista su life.ru, potrebbe esser anche lui uno dei sospettati come mandante dell'omicidio (e non sarebbe la prima volta). Le ipotesi per ora si sprecano, ovviamente sono molti i potenziali persecutori dell'ex deputato Voronenkov visti i suoi rapporti con la malavita e la sua scelta anche di cambiare Paese. Secondo gli investigatori le piste aperte potrebbero esser molte, tra l'altro sembra che la guardia del corpo, appartenente alle forze speciali ucraine, avrebbe sparato in maniera tardiva quasi permettendo l'esecuzione.

Sembra che in ogni caso Voronenkov non fosse ben visto neanche in Ucraina. Proprio il fatto che avesse ottenuto il passaporto in poco meno di due mesi aveva fatto infuriare i militanti estremisti e nazionalisti di Pravy Sektor che avevano accusato il governo di aver assoldato un nemico russo conferendogli addirittura la cittadinanza in pochissimo tempo e avevano minacciato azioni “dirette”. Intanto Kiev accusa il governo di Mosca di esser mandante dell'omicidio perchè le dichiarazioni dell'ex deputato avrebbero potuto dare fastidio a molti, per il presidente Poroshenko è chiaro che “l'omicidio è stato commissionato dal FSB, Voronenkov era estremamente pericoloso per i servizi segreti russi”.

Dal Cremlino invece il portavoce Peskov fa sapere che ogni accusa nei confronti di Mosca è totalmente inaccettabile nonché priva di fondamento. Secondo il politologo Alexej Mukhin, intervenuto su Rbth, Voronenkov era invece un soggetto inflazionato e non pericoloso per la Russia visto che aveva già rilasciato diverse interviste a media di tutto il mondo. Anche il politologo Ucraino Ruslan Bortnik, direttore dell'istituto Ucraino di analisi e gestione della politica, ha dichiarato che questo omicidio non fa né gli interessi della Russia né dell'Ucraina ma che anzi farà sì che le tensioni continuino a crescere innalzando il sentimento anti Russia nella comunità ucraina facendo bene solo al “partito della guerra”.

Questo tipo di analisi è condivisa da molti politologi e uomini del mondo politico anche in Russia, anche nell'ex partito di Voronenkov. Proprio ieri, subito dopo l'assassinio, il deputato Rashkin aveva twittato che “occorreva far subito chiarezza e giustizia su un accaduto che considerare selvaggio è poco” sottolineando in un intervento a Life.ru come secondo lui i mandanti erano da ricercarsi più nel mondo politico nel mondo della criminalità organizzata con cui Voronenkov aveva avuto a che fare per la sua attività di businessman, sia in Russia che Ucraina. (uno dei motivi per il quale era stato contestato e poi espulso dal Kprf). Lo stesso deputato però ha tenuto a sottolineare come oggi in Ucraina il banditismo abbia raggiunto livelli alti e che la vita non vale molto da quelle parti.

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