Il nuovo governo israeliano

Il nuovo governo israeliano

L'agenda del nuovo esecutivo di Benjamin Netanyahu

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Il 18 marzo, si è insediato il 33esimo governo israeliano. Con 68 voti a favore e 46 contrari, il terzo governo del premier Benjamin Netanyahu ha ottenuto la fiducia della Knesset, il parlamento monocamerale israeliano.
Dopo oltre un mese e mezzo di negoziazioni dalle elezioni legislative del 22 gennaio, venerdì 15 marzo il primo ministro incaricato Benjamin Netanyahu aveva annunciato la firma di un accordo di coalizione con Yair Lapid, leader del partito Yesh Atid, e Naftali Bennett, leader del partito nazionalista religioso Habayit Hayehudi, Focolare ebraico. Anche Tzipi Livni, capo del partito Hatnuah, farà parte del nuovo governo come ministro della Giustizia, oltre a gestire i negoziati di pace con i palestinesi. La nuova coalizione potrà contare su 68 dei 120 deputati della Knesset - i 31 della coalizione composta dal Likud di Netanyahu e Israel Beitenu di Avigdor Lieberman, gli 11 di Casa ebraica, i 19 Yesh Atid e i 7 Hatnuah - e sarà la prima ad escludere i partiti ultra-ortodossi dopo oltre un decennio.  Gli 11 esponenti dello Shas e i sette dello United Torah Judaism  andranno infatti all’opposizione, assieme ai 15 esponenti del Partito Laburista di Shelly Yachimovich e gli altri esponenti dei partiti arabi e di Kadima. 
Sulla scia della campagna elettorale, dominata da temi di politica interna, anche la nuova agenda governativa appare incentrata su questioni domestiche, con una particolare attenzione alla riforma del servizio militare nazionale e ai problemi del carovita.
I punti dell’accordo di colazione che hanno consentito la nascita del nuovo governo sono stati: l’esclusione dei partiti ultraortodossi dalla coalizione di governo; modifiche alla composizione del governo – massimo di 18 ministri, 4 viceministri e nessun ministero senza portafoglio - a partire dalla 20esima Knesset; la riforma della legge elettorale con innalzamento della soglia di sbarramento dal 2% al 4%;  riforma dei programmi scolatici delle istituzioni ultra-ortodosse affinché introducano l’insegnamento di materie fondamentali come la matematica e l'inglese e un generico riferimento all’avvio di sforzi per la ripresa dei negoziati con i palestinesi.

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