Renzi, sciacallo, giù le mani dal Venezuela!
L'ex presidente del consiglio effettua sciacallaggio politico sulla pelle del popolo venezuelano colpito da crisi economica e golpisti
di Fabrizio Verde
Prosegue senza soluzione di continuità l’opera di mistificazione e propaganda spudorata contro il Venezuela. Il circuito informativo mainstream cerca di far passare il legittimo governo guidato da Nicolas Maduro come una sorta di regime neonazista deciso a bloccare con la forza ogni tentativo del popolo di riconquistare la libertà perduta. Ovviamente la realtà è tutt’altra.
A questa infame campagna si è aggiunto anche l’ex preside e del Consiglio, Matteo Renzi, attraverso il proprio profilo Facebook, con un messaggio che evidenzia plasticamente tutta l’ignoranza e il pressappochismo dell’esponente democratico sulla questione venezuelana.
Scrive Matteo Renzi, accompagnando le sue parole alla foto di una donna ferma davanti a un blindato, con l’intento di riportare la mente a Piazza Tienammen in Cina: «Guardate questa foto. E ditemi se non vi vengono i brividi.
La mente torna a Piazza Tienanmen, giugno 1989:
Oggi la storia si ripete in Venezuela, un Paese sull'orlo del baratro. Ci sono proteste, morti, disperazione e dolore. E pensare che qualche illuminato aspirante statista italiano riteneva quel regime un modello.
Speriamo che la comunità internazionale possa finalmente aiutare il Venezuela, questo bellissimo Paese, a tornare al benessere, alla pace, alla democrazia.
Noi, intanto, non giriamoci dall'altra parte facendo finta di niente. Ciò che accade a Caracas in queste ore va denunciato con forza e chiarezza».
Vorremmo sommessamente far notare che il Venezuela rimpianto da Matteo Renzi è questo ben riassunto in un’immagine drammatica risalente al Caracazo, la repressione violenta che subì il popolo sceso nelle piazze per protestare contro i governi neoliberisti che l’avevano ridotto letteralmente alla fame.
La distanza tra il Venezuela neoliberista e quello attuale, dove Maduro porta avanti tra mille difficoltà l politiche inaugurate da Hugo Chavez, è siderale. Adesso le grandi masse popolari hanno vece e diritti mentre nel passato erano costretti a languire nel degrado e la povertà mentre un pugno di privilegiati continuava ad arricchirsi in maniera esponenziale.
Alcuni dati possono aiutarci a comprendere meglio questa marcata differenza che i media e i politici neoliberisti alla Matteo Renzi fingono di non conoscere: la disoccupazione è stata dimezzata rispetto al 1999, passando dal 10,6% al 5,5%, la povertà è scesa dal 28,9% al 20,4%, la malnutrizione quasi scomparsa dal 21% al 2%, i pensionati sono aumentati del 568%. Senza dimenticare che in un periodo di crisi economica anche dura, la Rivoluzione Bolivariana ha continuato a rafforzare le missioni sociali e giunta a consegnare ben 1500000 alloggi popolari.
A questo punto sovviene un dubbio molto forte: questa dittatura è davvero strana. Oppure le dittature reali sono quelle che si ammantano di democrazia in occidente mentre riducono i popoli alla fame?
Tornando a Matteo Renzi, ci chiediamo come si possa essere così incoerenti visto che giusto un anno fa giustificava le manganellate riservate dalla Polizia italiana ai manifestanti che erano accorsi a Pisa per contestare la sua sgradita presenza, quando ricopriva la carica di Presidente del Consiglio, affermando di trovare «incomprensibili» gli scontri verificatesi.
Se la stessa cosa fosse accaduta a Caracas è facile immaginare che Renzi avrebbe parlato di «brutale repressione del regime venezuelano su manifestanti inermi». La classica e inaccettabile doppia morale occidentale.