Iraq e Siria: bloccata la guerra di Netanyahu?

Iraq e Siria: bloccata la guerra di Netanyahu?

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


Piccole Note
 

Secondo un’importante fonte contattata dall’Indipendent, Netanyahu voleva iniziare una guerra contro le milizie iraniane in Iraq e Siria, ma è stato bloccato dal Procuratore generale di Israele, il quale gli ha ricordato che egli guida un governo di transizione e che quindi non ha l’autorità per iniziare una campagna militare di così larga portata (a rilanciare la notizia è al Manar  che la riprende dall’edizione in lingua araba dell’Indipendent).


Lo scontro all’interno del potere israeliano si sarebbe consumato all’indomani del bombardamento americano del 30 dicembre contro le milizie di Hezbollah stanziate in Iraq e Siria (denominate Hashd al-Chaab).


Un raid che ha provocato reazioni sdegnate da parte delle autorità di ambedue i Paesi e innescato rischiose manifestazioni contro l’ambasciata americana in Iraq, la cui integrità è stata relativamente violata.


Il premier israeliano, dunque, sarebbe stato intenzionato a usare l’abbrivio dei bombardamenti Usa per dar vita a una nuova avventura bellica israeliana, che avrebbe scatenato reazioni e richiamato un più massiccio intervento americano.


Le convergenze parallele Israele-Usa


Al di là della rivelazione, a suggerire un’attuale convergenza parallela tra Pentagono e governo israeliano sono le dichiarazioni incrociate Netanyahu – Pompeo riguardo i recenti raid Usa in Iraq e Siria.


Il premier israeliano li ha definiti “importanti” (Timesofisrael), mentre il Segretario di Stato Usa ha ringraziato pubblicamente Israele per l’assistenza offerta nell’operazione (Middleastmonitor).


Una dichiarazione, quest’ultima, che ha voluto rivendicare davanti al mondo la cooperazione israelo-americana per i raid.


Parole che non aiutano a sedare le tensioni e che peraltro risultano in contrasto con le regole basilari della Sicurezza israeliana, che vuole non siano rese pubbliche le sue operazioni segrete proprio per evitare escalation rischiose per la sicurezza di Tel Aviv (Haaretz).


A quanto pare qualcuno sta giocando col fuoco, come evidenzia una dichiarazione successiva ai raid del Capo del Pentagono, Mike Esper, il quale ha detto che un’eventuale risposta ai raid da parte delle milizie iraniane innescherà un attacco “preventivo” Usa (New York Times).


Parole che lasciano aperte varie possibilità, tra cui quella di un attacco scatenato da un allarme infondato, come avvenuto in tanti conflitti Usa.


E che innescano altra tensione, peraltro subito dopo le dichiarazioni di segno opposto del generale Hossein Salami, comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, il quale ha affermato che Teheran “non sta cercando la guerra”, anche se è pronta a difendersi (Tansim agency).


La guerra da evitare


Insomma, si susseguono tentativi di forzare per un nuovo conflitto mediorientale, che Netanyahu potrebbe vedere con favore in vista delle elezioni politiche del prossimo marzo, per “convincere l’elettorato israeliano che non vi è nessuna alternativa alla sua leadership”, Prospettiva accennata in un articolo di Haaretz come pericolo da sventare.


Una prospettiva che incontra favori in ambito americano. Quanti temono la rielezione di Trump, infatti, possono essere tentati dall’idea di trascinare il Paese in una grande guerra prima delle presidenziali, perché possibili incidenti di percorso possono rappresentare un’insidia per il presidente.


E perché l’inizio di un nuovo conflitto mediorientale rappresenterebbe un palese tradimento delle sue promesse elettorali, volte a chiudere il tragico capitolo delle guerre infinite. Potrebbe insomma alienargli elettori.


La prospettiva di un conflitto trova consensi anche in altri ambiti Usa, che pur non nutrendo ostilità esistenziali verso il presidente, temono però la sua prospettiva di ritirare l’America dalla scena mondiale.


Una prospettiva, quest’ultima, che può dispiegarsi con più agio nel corso del secondo mandato, nel quale sarà più libero perché non deve pensare a un’ulteriore elezione.


Da qui l’idea di impelagare più a fondo gli Stati Uniti in Medio oriente, con iniziative che rendano non più agibile l’ipotesi di una “ritirata”.


L’azzardo politico di Netanyahu


Ma al di là degli interna corporis americani resta lo scontro che si sta consumando all’interno di Israele, dove la politica estera e quella interna è nodo inestricabile.


Netanyahu sta giocando il tutto per tutto, come dimostra la richiesta al Parlamento di garantirgli l’immunità dai processi che lo perseguitano.


In realtà il premier israeliano non mira tanto a ottenere tale scudo protettivo, almeno nell’immediato: sa bene che rischia di non avere la maggioranza in parlamento per ottenerlo.


La mossa serve piuttosto a evitare che inizino i processi a suo carico, che sarebbero devastanti per la sua immagine e per l’esito elettorale.


Infatti, la richiesta di immunità sospende i procedimenti, almeno fino a quando il Parlamento non l’accoglierà o respingerà.


Così, dopo aver chiesto l’immunità, Netanyahu sta lavorando perché la richiesta sia esaminata dopo il voto.


Un azzardo, perché i suoi oppositori stanno tentando, al contrario, di ottenere un subitaneo verdetto parlamentare, immaginando di avere i voti per rispedire la mittente la richiesta.


L’esito di questo ennesimo braccio di ferro è incerto, dato che le norme sono interpretate a seconda dell’opposta convenienza.


Netanyahu non arretra. E neanche i suoi avversari, da cui uno scontro politico mai avvenuto in Israele, Di interesse globale, come dimostra l’ipotesi di iniziare una nuova guerra regionale.

 

Nella foto in evidenza, il Procuratore generale di Israele Avichai Mandelblit

Potrebbe anche interessarti

Quando Mario Monti parla di "sacrifici".... di Fabrizio Verde Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

Quando Mario Monti parla di "sacrifici"....

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

La macchia indelebile di Odessa di Giorgio Cremaschi La macchia indelebile di Odessa

La macchia indelebile di Odessa

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington? di Giacomo Gabellini Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

Armi ad Israele: a che gioco sta giocando Washington?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Quando il bonus è un malus di Giuseppe Giannini Quando il bonus è un malus

Quando il bonus è un malus

Di vincolo esterno si muore: in ricordo di Aldo Moro di Gilberto Trombetta Di vincolo esterno si muore: in ricordo di Aldo Moro

Di vincolo esterno si muore: in ricordo di Aldo Moro

Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro di Michelangelo Severgnini Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro

Meloni a Tripoli: i punti segreti dell'incontro

La magistratura e la lotta politica di Pasquale Cicalese La magistratura e la lotta politica

La magistratura e la lotta politica

GLI ATTIVI RUSSI CONGELATI VERRANNO USATI PER ARMARE KIEV di Andrea Puccio GLI ATTIVI RUSSI CONGELATI VERRANNO USATI PER ARMARE KIEV

GLI ATTIVI RUSSI CONGELATI VERRANNO USATI PER ARMARE KIEV

La visita di Xi nelle "crepe" dell'Ue e della NATO di Giuseppe Masala La visita di Xi nelle "crepe" dell'Ue e della NATO

La visita di Xi nelle "crepe" dell'Ue e della NATO

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani! di Paolo Arigotti Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani!

Gibuti, il porto di tutti.... tranne che dei gibutiani!

Disuguaglianze inaccettabili di Michele Blanco Disuguaglianze inaccettabili

Disuguaglianze inaccettabili

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti