James DiEugenio, uno dei massimi conoscitori omicidio Kennedy, elogia le scoperte pubblicate su l'AntiDiplomatico

James DiEugenio, uno dei massimi conoscitori omicidio Kennedy, elogia le scoperte pubblicate su l'AntiDiplomatico

"Riguardo a quella entità oscura chiamata CMC, le rivelazioni su di essa proseguono ancora oggi, grazie a persone come te."

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James DiEugenio, tra i massimi esperti sull’Assassinio di John Kennedy, sottolinea al nostro giornale l’importanza d’indagare sul CMC per trovare la verità su Dallas

 
di Michele Metta 

 
Ciao, Jim. Partiamo con il dire che sono onorato d’intervistare uno dei maggiori esperti in campo mondiale sul complotto che uccise JFK. Benvenuto. Una domanda introduttiva, giusto per rompere il ghiaccio: il tuo nome suggerisce origini italiane. È così?
 
Sì, entrambi i miei genitori sono italiani.
 

Da dove nasce la tua passione verso quel fondamentale spartiacque della Storia che è l’Assassinio di John Kennedy?
 
Un giorno, vari anni dopo la sua pubblicazione, ho preso in mano l’intervista di Jim Garrison per Playboy. Ero davvero stupito, perché quel che costui diceva, mi sembrava avere molto più senso, per me, essere molto più assennato, rispetto alla Commissione Warren. Quindi mi sono fatto l’idea che fosse stato ingiustamente attaccato dai media. E da qui è sorta in me la domanda sul perché fosse stato attaccato. Il che significava che i media mainstream non erano interessati ad andare fino in fondo al caso JFK. Cosa che ha ricevuto conferma dai nuovi documenti rilasciati quest’anno. Peccato si sia dovuto aspettare cinquanta anni, per quei documenti.
 

Sei autore di libri stupefacenti, che consiglio di cuore a chiunque. Uno di questi, Destiny Betrayed, mette in luce la grandezza di Jim Garrison. Vorresti per favore parlarne ai nostri lettori?
 
Nella seconda edizione di Destiny Betrayed, siamo testimoni di un duplice operare. Prima di tutto, di come una piccolissima informazione, l’indirizzo di Guy Banister su un opuscolo che Oswald distribuiva a New Orleans, sia riuscita a lievitare fino a trasformarsi in una vera e propria indagine sull’assassinio di Kennedy, tre anni dopo l’assassinio di JFK. In altre parole, l’emergere del vero ruolo d’Oswald come agente segreto infiltrato, dà origine ad un’intera rilettura circa le circostanze del crimine. In secondo luogo, della massiccia forza usata dalla CIA, dall’FBI e dai mass-media per infangare e soffocare l’indagine di Garrison come mai fino ad allora accaduto all’interno della nostra Nazione. Di solito, è il tipo di campagna che la CIA userebbe all’estero per attaccare un avversario politico prescelto. Ecco la misura di quanto Garrison sia stato visto come una minaccia.
 

Perché JFK doveva morire?
 
Secondo me, non si tratta solo di un problema legato a questa o quella politica. Alcuni dicono che sarebbe stato per via di Cuba, alcuni a causa del Vietnam. Kennedy stava rompendo con lo status quo su diverse questioni, sia a livello nazionale che in politica estera. E con non poca rapidità. Ad esempio, cambiando, a pochi giorni dal proprio insediamento, la politica tenuta verso il Congo da Eisenhower. In Indonesia, decidendo di sostenere Sukarno, quando la CIA aveva precedentemente cercato di rovesciarlo. A livello nazionale, voleva privilegiare l’apertura di banche statali rispetto alla Federal Reserve, per rendere più facile prendere denaro in prestito, e, a differenza d’Eisenhower e Nixon, era davvero intenzionato ad andare avanti sui diritti civili, attraverso suo fratello Bobby Kennedy. In retrospettiva, è davvero notevole quanto abbia fatto in meno di tre anni per promuovere l’ideale liberale d’un cambiamento di stampo progressista. E nel 1963, i reggitori dei Poteri Inamovibili pronunciarono il loro adesso basta.
 

Quali sono i punti più esplosivi da te rivelati nei tuoi libri?
 
Nella seconda edizione di Destiny Betrayed, penso che sia il fatto che Allen Dulles si sia visto con l’ex presidente Harry Truman nell’aprile del 1964, mentre Dulles era membro della Commissione Warren. Truman aveva scritto un editoriale per il Washington Post, pubblicato circa un mese dopo la morte di Kennedy. Ma l’aveva iniziato circa otto giorni dopo l’assassinio. Aveva detto che la CIA era fuori controllo e di non aver mai previsto nulla del genere quando aveva firmato il National Security Act [che appunto istituiva la CIA]. Dulles voleva che ritrattasse quell’editoriale. Truman avrebbe voluto evitare. Ma quando Dulles se n’era andato, aveva speso parole tese a far credere che Kennedy non avesse davvero punito la CIA per aver usurpato la sua politica in Vietnam. Significa che Dulles pensava che fosse per questo che Truman aveva scritto l’editoriale! Il che è un’ammissione notevole, perché nessuno in quel momento pensava che l’omicidio di JFK riguardasse la questione del Vietnam. L’altro aspetto era il numero di infiltrati che la CIA aveva inviato per ostacolare le indagini di Garrison e fin dove s’erano spinti nel sorvegliarlo e ingannarlo. Uno di loro, Gordon Novel, era stato incaricato dallo stesso Allen Dulles per insinuarsi nell’ufficio di Garrison.
 

Non ti limiti a scrivere libri. Sei anche al centro d’altri progetti. Per esempio, su internet. Vuoi parlarcene?
 
Io e il mio amico Al Rossi, gestiamo il sito web KennedysandKing.com, e penso che sia un buon sito con notizie, storie e saggi visivi sugli assassini degli anni Sessanta: i due Kennedy, Martin Luther King e Malcolm X. Internet è uno degli ultimi bastioni della libertà di parola in America. E penso sia importante approfittarne finché dura. Perché, con rare eccezioni, i media mainstream non coprono questi casi in modo serio. Malgrado, a mio avviso, siano invece nodi centrali della Storia. Le cose sarebbero andate un bel po’ diversamente se quei quattro uomini avessero potuto continuare a vivere.
 

Sei soddisfatto o deluso dal recentissimo rilascio di nuovi documenti su John Kennedy?
 
Non sono soddisfatto del modo in cui è stato fatto. Non credo che il presidente Trump avrebbe dovuto cedere alle pressioni esercitate su di lui all’ultimo minuto dalla CIA e dall’FBI per contrastare l’applicazione vera della Legge. Ciò ha letteralmente permesso che migliaia di pagine di documenti siano state rilasciate in forma censurata, o addirittura con pagine intere cancellate. Probabilmente, questa battaglia dovrà ora essere condotta in tribunale, perché Trump è venuto meno.
 

Come ben sai, sono riuscito a trovare i documenti del CMC. Il Centro Mondiale Commerciale era il ramo italiano della Permindex. Nel C.d.A. del CMC c’era Clay Shaw. Grazie a tali documenti esclusivi, ho dimostrato l’importanza di parecchi personaggi italiani per comprendere cosa davvero ci sia dietro quel 22 novembre del 1963. Tuttavia, con mia sorpresa, ho in questo incontrato l’ostilità di alcuni ricercatori statunitensi. Per fortuna, ci sono eccezioni eccellenti: una è Oliver Stone, che ha apertamente elogiato le mie scoperte. Un’altra eccellente eccezione sei appunto tu. Colta l’occasione per ringraziare caldamente entrambi, vorrei anche per favore chiederti di spiegare il rischio d’un esame dell’Assassinio di JFK troppo confinato agli aspetti statunitensi.
 
Penso che ne dia una visione monca. Perché quello che Kennedy stava facendo non era limitato solo agli Stati Uniti. Pertanto, il suo omicidio ha avuto un impatto che ha riguardato tutto il Mondo. E le persone che erano contrarie a lui erano molto consapevoli delle cose che stava facendo attraverso la sua politica estera. Riguardo a quella entità oscura chiamata CMC, le rivelazioni su di essa proseguono ancora oggi, grazie a persone come te. E per quanto riguarda l’Italia, il libro di David Talbot, The Devil’s Chessboard, mostra come Kennedy stesse spingendo per una politica italiana che includesse nella stanza dei bottoni i socialisti. Una politica contrastata da William Harvey, un ufficiale della CIA di stanza in Italia, e anche dalla famiglia editoriale dei Luce. Secondo me, dopo la morte di Kennedy, quella politica fu contrastata dalla “Strategia della Tensione” che cominciò a terrorizzare l’Italia. Vedi, mi ha sempre lasciato perplesso che Clay Shaw abbia detto di essere un liberale sulla scia di Wilson, FDR [Franklin Delano Roosevelt, n.d.r.] e JFK. Se è così, perché aveva il nome e l’indirizzo d’un membro della famiglia Borghese nella sua rubrica? E perché faceva parte di questa associazione Permindex con così tanti membri di livello mondiale ricchi e di Destra? Perché, come rivelano i nuovi documenti, Clay Shaw ha mentito in tribunale, quando ha affermato di non essere associato alla CIA. Era un agente a contratto lautamente compensato, e il suo ruolo nel CMC aveva a che fare con questo, secondo l’agente dell’FBI Regis Kennedy. Inoltre, ora sappiamo che la CIA ha fatto tutto il possibile per coprire questa parte della sua vita, tra cui la distruzione di documenti su di lui che avrebbero mostrato quanto lui fosse utile per loro. A mio parere, la sua associazione con la Permindex in Italia era la chiave per arrivare al cuore della verità su Shaw.
 

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