La Catena dello schiavismo dei subappalti Ikea

La Catena dello schiavismo dei subappalti Ikea

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Oltre venti facchini e corrieri questa mattina sono saliti a trenta metri di altezza sui grandi scaffali del magazzino della logistica della multinazionale Rhenus, a Roncadelle Brescia. A poche decine di metri c’è il mega centro commerciale Elnòs della IKEA.
 
I lavoratori che ora rischiano là in alto sono in fondo alla catena degli appalti e dei subappalti della multinazionale svedese, che si presenta verde, aperta, democratica e che per consegnare i suoi mobili ovunque si serve di loro. Che dipendono da un padroncino, che è in appalto per Rhenus, che lavora per IKEA. È la fiera dell’est dello sfruttamento, e ai lavoratori all’ultima stazione viene imposto di tutto.

Devono correre coi furgoni a consegnare la merce, senza orari e senza diritti. Nemmeno quello di rispettare le leggi. Sì perché per accrescere il guadagno il padrone fa caricare i furgoni oltre il consentito.
Così quando la polizia ferma il mezzo per un controllo, scopre che non è in regola, commina una multa e riduce i punti della patente del corriere alla guida. Il padrone che è buono la multa la rimborsa, ma i punti persi ovviamente no. Così questi lavoratori rischiano di perdere la patente e poi il lavoro e, siccome sono tutti migranti, anche il permesso di soggiorno. Insomma per non diventare disoccupati e clandestini devono mon rispettare la legge.
Questi lavoratori alla fine si sono ribellati, si sono organizzati con la USB e hanno preteso paghe giuste, orari umani e il rispetto del codice della strada. Il padrone allora li ha lasciti a casa, neanche licenziati semplicemente non li fa più lavorare.
 
Ecco perché sono andati qualche giorno fa a manifestare dentro il centro commerciale IKEA e oggi si sono arrampicati sugli scaffali della Rhenus. Perché le grandi aziende pulite e perbene appaltano il lavoro sporco agli schiavisti, così credono di farla franca. Ma a volte non succede, i lavoratori non ci stanno e le chiamano in causa. Quello che dobbiamo fare tutte e tutti noi, con IKEA e con tutte le multinazionali al vertice della catena dello sfruttamento. Forza compagni!
 
LA LOTTA CORAGGIOSA PAGA! Ora la Rhenus si è impegnata a risolvere tutto e a far pagare il dovuto ai lavoratori, che sono scesi dagli scaffali; nel pomeriggio in Prefettura verrà perfezionato l’accordo.

Giorgio Cremaschi

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