La Cina rossa sempre più “verde”

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Greenpeace e Energydesk China: nei primi quattro mesi del 2015 l’uso del carbone è sceso dell’8% e l’emissione di CO2 del 5%

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di Diego Angelo Bertozzi

Passi da gigante: è questo il giudizio che può essere dato alla lotta ingaggiata dalla Repubblica popolare cinese contro l’inquinamento, rappresentato nello specifico dall’emissione di anidride carbonica. Secondo le analisi sulla produzione di energia condotte da Greenpeace e Energydesk China, nel gigante asiatico “l’uso del carbone continua a calare precipitosamente” e con esso, quindi, l’emissione nell’atmosfera di CO2.  I dati dell’analisi mostrano che nei primi quattro mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’uso del carbone nella prima economia del mondo è sceso dell’8% e l’emissione di CO2 del 5%. Sempre rispetto al primo quadrimestre del 2014, la produzione di carbone ha segnato un calo di oltre il 6%. 
 
Dati che sono il risultato della volontà del governo cinese di rivolgersi sempre più a fonti di energia rinnovabili e meno inquinanti. Mentre la produzione globale di energia è aumentata dell’1% nel mese di aprile (445 miliardi di kWh), quella di energia termica, quasi totalmente derivata dal carbone, ha segnato un calo di circa il 3%.
 
Per rendere l’idea dei risultati conseguiti, basta sottolineare che la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nei primi quattro mesi del 2015 è pari a quella emessa dalla Gran Bretagna nello stesso periodo, e la riduzione dell’uso di carbone è pari a quattro volte il consumo totale sempre della Gran Bretagna.

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