"La riforma della giustizia è una grave violazione". Bruxelles potrebbe arrivare a sanzionare la Polonia
L'Unione europea ha deciso di intraprendere la procedura prevista dall'articolo 7 del trattato Ue contro la Polonia, rea di aver violato i valori democratici con la proposta di riforma giudiziaria. Tra Bruxelles e il governo polacco le tensioni sono già molto alte per la questione migranti. Ora si potrebbe arrivare all'applicazione di sanzioni dirette nei confronti di Varsavia.
L'Ue è preoccupata per "la grave violazione dello stato di diritto" nel paese e per il fatto che le riforme abbiano portato "all'assenza di indipendenza giudiziaria". E ancora, si legge in una nota della Commissione: "Spetta alla Polonia identificare il proprio modello per il suo sistema giudiziario, ma dovrebbe farlo in un modo che rispetti lo stato di diritto".
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha poi affermato che il paese è "devoto allo Stato di diritto come il resto dell'Unione europea" e ha invitato i partner dell'UE a un dialogo aperto e onesto. "Credo che la sovranità della Polonia e l'idea di Europa Unita possano essere riconciliate", ha twittato.
L'Unione europea afferma che le 13 riforme adottate dalla Polonia nell'arco di due anni hanno colpito "l'intera struttura del sistema giudiziario" e hanno permesso ai rami esecutivo e legislativo "di interferire politicamente" con quello giudiziario. Bruxelles ha dato a Varsavia tre mesi per affrontare le preoccupazioni dell'UE, promettendo di riconsiderare la decisione se le autorità polacche "attuino le azioni raccomandate".
All'inizio di quest'anno sono esplose le proteste per i tentativi volti a cambiare il sistema giudiziario. I partiti di opposizione, i gruppi per i diritti, le lobby dei giudici, il Consiglio d'Europa, la Commissione europea e paesi europei tra cui Germania e Francia hanno anche affermato che le modifiche proposte eroderebbero l'indipendenza giudiziaria portando i tribunali sotto il controllo diretto del governo.
Gli Stati membri hanno bisogno di unità per attuare le sanzioni, che sono già state contrastate dall'Ungheria, che ha promesso di porre il veto a qualsiasi mossa del genere.