Raqqa nelle mani di USA e Arabia Saudita: "Il 'regime' siriano non metterà più piede qui"

Raqqa nelle mani di USA e Arabia Saudita: "Il 'regime' siriano non metterà più piede qui"

Come era prevedibile, una volta liberata dall'ISIS, il destino di Raqqa sembra quello di cadere nelle mani degli USA che chiudono ogni accesso alla città al governo siriano.

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In un incontro a Raqqa con il Consiglio civile nella città di Ain Issa, Brett McGurk, l'inviato degli Stati Uniti per la coalizione internazionale anti-ISIS, secondo quanto ha riferito il sito delle 'Forze democratiche siriane', FDS, a maggioranza curda, ha dichiarato: "Molti credono che il regime [Governo siriano NDT] ha ancora un piede in questo territorio nella Siria settentrionale. Mai più il regime siriano entrerà a Raqqa."
 
Le parole McGurk dimostrano ancora una volta che i curdi delle FDS, sono utilizzati per realizzare l'agenda politica degli statunitensi in Siria. La dichiarazione potrebbe anche indicare che gli Stati Uniti possono essere pronti a sostenere i curdi in caso di scontro contro il governo di Damasco dopo la sconfitta dell'ISIS.
 



 
E a Raqqa c'erano anche i sauditi...
 
Il funzionario statunitense è stato accompagnato nella visita ad Ain Issa dal ministro degli Affari del Golfo dell'Arabia saudita, Thamer al-Sabhane, già ambasciatore in Iraq.
 
La presenza di quest'ultimo nella provincia siriana è stata confermata dal quotidiano saudita 'Okaz'.

Secondo Sabhane ha voluto "indagare sulla sicurezza e la situazione economica" e potrebbe partecipare all'annuncio ufficiale della liberazione della città di Raqqa dall'ISIS, prevista per i prossimi giorni.
 
Citando fonti dalla Coalizione internazionale, Oukaz ha rivelato che Riyadh e Washington hanno parlato della ricostruzione di Raqqa, quasi completamente distrutta.
 
"La visita del Ministro saudita in compagnia dell'inviato del presidente degli Stati Uniti a Raqqa ha lo scopo di inviare un messaggio chiaro sulla variazione della posizione saudita sugli eventi in Siria, dove si cerca chiaramente di consolidare le sue zone di influenza. Ed è anche un messaggio per la Turchia su un cambiamento delle relazioni turco-saudite", ha affermato un ex membro della coalizione nazionale siriana, Hussein Al-Bsis, citato dal sito web di Al-Quds Arabi.
 
Sapendo che la posizione dell'Alto Comitato per i negoziati dell'opposizione siriana, sponsorizzata da Riyad, aveva precedentemente indicato che il progetto delle FDS non era nazionale.
 
 
Secondo l'oppositore siriano, Samer al-Khalyawi, il cambiamento nella posizione saudita è dovuto alla sua piena dipendenza negli Stati Uniti. "Tutto ciò che Washington decide, l'Arabia lo esegue senza riserva e senza obiezioni, per ottenere la soddisfazione degli americani", ha spiegato.
 
Secondo il ricercatore Zeid Safouk ritiene che la cooperazione tra Washington e Riyad è molto stretta, "uno è laforza d'attacco, l'altro la forza finanziaria."
 
Safouk aggiunge che l'Arabia garantirà la ricostruzione di Raqqa e supervisionerà il coordinamento tra l'opposizione che appoggia e le forze curde. Tenendo presente che i paesi che sostengono l'opposizione siriana, in questo caso la Turchia e l'Arabia, si sono già garantite una loro porzione di territorio. Safouk infine si aspetta che gli statunitensi costruiranno una base nel nord della Siria con il denaro dell'Arabia Saudita.
 

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